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RM.to R. Pre mio.
Per obbedire a V.R. ho aiutato con ogni mio potere il vescovo Pellegrino, e credo resti soddisfatto. Mi farà piacere comandarmi liberamente, che desidero servirla come sarò obbligato. Gli raccomando la santa chiesa, che veramente ha bisogno dell'orazioni dei servi di Dio. Io per ordine del Papa ho scritto due volte a cotesto R.mo patriarca di Costantinopoli, che si contenti assegnare qualche previsione delle sue entrate del patriarcato al vescovo di Tine, che va visitatore in Pera, e nel resto della diocesi, e va a fare quello, al che sarebbe obbligato lo stesso patriarca. Alla prima lettera non ho risposto, ma qua su inteso, che non vuole dare niente, dicendo che tiene lui un'altro vescovo nell'arcipelago per visitatore. A noi scrivano i cristiani di Pera, che non hanno mai visto vescovo, ne visitatore dal tempo di Gregorio XIII in qua, et fanno grandissima istanza d'esser visitati e consolati da Roma. Il Papa mi ha commesso che scriva un duplicato e l'ho scritto la settimana passata, e se il patriarca non si risolve. Sua Santità gli sequestrerà l'entrate e assegnerà lui la previsione. Però voglio pregare V.R. a persuadere al patriarca di fare quello che conviene volentieri, e essendo obbligato dare la vita per le sue pecore, non gli paia duro dare un poco di denari, e piuttosto voglia con gusto del Papa fare questa obbedienza, ohe per forza, perchè N.S. è risolutissimo e la necessità è grande. Con questo mi raccomando alle sue sante orazioni. Di Roma li 7 di giugno 1608.
Di V.R.
Servo in X.to
R. C. B.