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Ser.mo Sig.or mio oss.mo.
Mons.r vescovo di Grosseto e mons.r vescovo di Nocera, ambedue gentiluomini Senesi desiderano permutare le loro chiese, e hanno ricercato me, a ciò procuri con la S.tà del Papa di effettuare questo loro intento. Io ho parlato con S.B.ne solo per scoprire la sua intenzione, e ho ritrovato che si contenterà che il negozio si commetta alla congregazione delle cause concistoriali. Ma non ho voluto dar memoriale alla congreg.ne ne cominciare il trattato, se prima non ne desse avviso a V.A. S.ma e intendesse la sua volontà. Però la supplico ad accennarmi il suo volere, perchè quando ciò gli sia grato andrò avanti, altrimenti mi ritirerò, e non si farà altro, se bene V.A. S.ma avrà già saputo come mons.re vescovo di Grosseto non si può quietare in quella chiesa, parendogli di non potere stare in luogo alcuno di quella diocesi senza manifesto pericolo della vita, rispetto all'aria di quel paese.
Credo che V.A.S. avrà inteso dai suoi ministri, come a molta istanza del vescovo di Montepulciano, oggi Nunzio apost.o in Francia, la s.tà Sua mi ha comandato che accettassi la sopraintendenza della suddetta chiesa di Montepulciano mentre il vescovo sarà assente il qual carico come non ho potuto far di meno di accettare, così mi sforzerò nell'esercitarlo non dare occasione a V.A.S. di disgusto veruno, perchè desidero, così in questo come in ogn'altra cosa servirla nel miglior modo, che mi sarà possible, essendo sicuro che non mi comanderà se non cose giuste e ragionevoli . Con che me gli raccomando in grazia. Di Roma il di 9 di febbraio 1608.
Di V.A. Ser.ma
umiliss.o e devotiss.o servitore
Roberto Card.le Bellarmino.
Ser.mo Gran Duca.