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Molto illustre Signor.
Ho sempre desiderato di vedere qualcheduno di casa Cervini andare avanti, però mi rallegro che V.S. abbia posto tal fondamento di dottrina che si possa sperarne buon progresso. Vero è che, per le prelature della chiesa era più a proposito la scienza legale, perchè tutti i referendari, auditori di Ruota, protonotari partecipanti, chierici di camera e altri simili fanno professione e esercizi di legge: come anche tutti i governi si danno a legisti; e la teologia se non è in grande eminenza e accompagnata da altre scienze poco è stimata, non resta altro per i teologi, che vescovadi i quali ricercano maturità e meriti, e non si devono procurare chi non voi perdere l'anima sua, che importa più di ogni altra causa. Ma se bene sono vere le cose che ho detto, tutta via loderei che V.S. cominciasse ad abitare in Roma e farsi conoscere, perchè supposta la nobiltà di casa e la sua bona vita e sufficiente dottrina, si potrebbe col tempo arrivare a qualche buon segno, e io non mancherebbe di fare per lei ogni buon officio. Tutta la difficoltà consiste nella spesa, che io non so in questo l'animo della signora madre, e suo. A me non è possibile in questo dargli aiuto di sorte veruna, poichè ho poche entrate, e spese assai, e molti parenti poveri, come lei sa. Ma forse si troverebbero in Roma parenti suoi da canto di madre, che potrebbero in questo principio riceverla in casa, e così trattenersi qui onoratamente. Insomma lei pensi che modo si potrebbe tenere per il besuo, e me lo faccia sapere; se pure non gli paresse aspettare la mia venuta costà, che a bocca potremo discorrere meglio. E con questo gli prego da Dio ogni prosperità. Di Roma li 19 di Gennaio 1608.