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Molto ill.re Sig.r fratello. Si è ricevuta la copia della bolla di Papa Leone, ma io non ardisco proporre in congregazione del concilio questo negozio, come N. Sig.re mi ordinò, per due cause; prima, per quella parte dei capitoli dove si dice che i canonici avranno da promettere di osservare le costituzioni fatte e da farsi dalla comunità, il che pare che sia dichiarato in quella scrittura del consiglio, dove si dice che starà alla comunità di sminuire o aumentare il numero dei canonici. Questa condizione è tanto essenziale che pare impossibile che sia accettata, poichè questo a dar nome di canonici e di collegiata, ma infatti volere che siano cappellani amovibili ad nutum. L'altra causa è perchè la bolla sola che si avrà da fare varrà duecento scudi, e poi vi è la composizione; e trattare di far gratis et per via secreta sono cose da chi non sa l'uso moderno. Ms. Pietro e ms. Valerio e altri che ho in casa, intelligenti di queste cose, mi consigliano a non parlar più di questo negozio, se la città non si risolve di far benefici, cioè canonicati fermi e stabili, e di spendere quello che bisogna, che in tutto saranno circa mille scudi.
Quanto alla casa, la mia intenzione è che si rifacciano le travi guaste, e dovendosi per questa causa levare il tetto, si potrebbe alzare un poco, come dice ms. Pietro esser necessario. Ma se non fosse necessario, bastarebbe accomodare la sala. Insomma io posso spendervi molto poco. Altro per ora non mi occorre. Dio sia con lei e con la sua famiglia. Di Roma li 14 di dicembre 1607.
Al molto ill.re Sig.r fratello, il Sig.r Thomasso Bellarmini.
Montepulciano.