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Molto ill.re Sig.r fratello. Già avrà inteso come il vicario di costi ha dato il canonicato, per ordine scrittogli dal vescovo Tarugi, al Bracci, e così le nostre lettere allo stesso vescovo saranno vane.
Il Sig.re mastro di camera è risoluto di lasciar costì per vicario un uomo del paese senza provviggione, eccetto gli emolumenti, quali intendo esser pochissimi. Avrei caro sapere chi parrebbe buono a V.S., massime che andando in Francia il suddetto Sig.r mastro di camera, prima di esser fatto vescovo, toccherà a me a deputare il vicario. Si potrebbe forse pensare a ms. Lelio Mancini, quando avesse la prima tonsura.
Scrissi un'altra, volta per sapere il nome di una sorella di ms. Ricciardo Benci, che morì nel 1594 e era moglie di ms. Fabio Tarugi. V.S. si è scordato di farmelo sapere. Sebbene scrissi nell'ultima mia mandata per il corriere, che portò la nuova della vacanza, che non mi scrivesse per due procacci, che voleva ritirar mi un poco; ma tuttavia potrò rispondere a questa lettera, perchè bisogna che io differisca il mio ritiro finchè il Papa va a Frascati, che non sarà se non verso il fine di questo mese. Con questo saluto tutti. Di Roma, li XI di settembre 1607.
fratello di V.S. aff.mo
Il Card. Bellarmino.
Al molto ill.re Sig.or fratello, il Sig.r Thomasso Bellarmino.
Montepulciano.