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Molto ill.re sig.r fratello. Ho scritto due parole nella lettera di V.S. a Gasparre con dire che mi contento, ma la guerra non è, come lui dice contra Palma fortezza de Veneziani, ma in aiuto del conte di Fuentes a Milano per ordine del re; sebbene si dubita se la guerra andrà avanti.
I cento scudi per Andrea Vignanesi saranno pronti ogni volta che li vorrà. I debiti di Angelo si crede che assorbiscono forse tutto il suo stabile, perchè ogni di si scoprono dei nuovi. Ho scritto a lui che trovi il rimedio, poi che li ha fatti senza dirmi niente e senza assegnamento, e che a me parrebbe bene che mandasse carta di procura a Montepulciano in persona di qualche suo amico, il quale sia con V.S. per stimare e vendere i suoi stabili e così pagare i debiti. Ma in caso che non si trovassero da vendere, saremo costretti noi a comprarli; e allora mi parrebbe meglio che V.S. li comprasse, e io pagherei i debiti, perchè, se li comprassi io, bisognerebbe poi fare un'altro contratto di donazione, il che non conviene per molti rispetti. Aggiungo bene che, se si abbiano da comprare questi stabili, il debito vostro di mille scudi non si potrà pagare cosi presto, perchè io non posso tanto, massime avendo già mandato trecento scudi e dovendo pagar ora 215 scudi per i debiti di V.S. al Casini e al Vignanesi; e però se V.S. desidera che i debiti suoi già fatti si paghino presto, procuri che la roba di Angelo si venda ad altri, e così non starà in pericolo di fideicommissi, ne sarà obbligato ad Angelo in cosa veruna. Iddio sia con tutta la sua casa. Di Roma li 3 di marzo 1607.
fratello aff.mo di V.S. / Il Card. Bellarmino.
Al molto illustre sig.r fratello, il sigr Thomasso Bellarmini.
Montepulciano.