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Molto ill.re Sig.r fratello. Scrivo a ms. Bartoletto che venga da V.S. e si umili e gli dia soddisfazione. Sarà bene che V.S. ancora lo riceva benignamente, e si procuri l'unione con sopportar qualche imperfezione sua. Desidero in tutti i modi che V.S. mi scriva quello che mi direbbe, se io fossi così, cioè intorno alle trame che lei dice, e altre cose e pericoli di casa mia, perchè non è bene che io non sappia le cose di casa mia, e di chi mi devo fidare e da chi mi devo guardare; e se V.S. non lo scriva, penserò che lo faccia per tenermi con queste ombre sempre sospeso, e che abbia da dipendere in tutto dal suo governo. Questo bene gli so dire con ogni verità, che nessuno mi ha parlato di Gasparre, e molto meno sono stato ricercato di ammetterlo in casa. Quando Angelo parti di qua per andare a Capua, si lamentò che alcuno avesse scritto a V.S. che non era utile per i figlioli suoi che esso stesse qua in casa mia. Io non so chi abbia fatto questo officio, ma mi par officio poco buono e che non serve ad altro che a seminar zizzania. V.S. di grazia non manchi di scrivermi ogni cosa, e se vorrà che tenga segreti i nomi, lo farò volentieri; e se non vorrà darmi conto di quello che sa, non si dovrà meravigliare, se io non gli darò conto delle mutazioni che farò, ne di altri particolari dei miei affari. Iddio sia con V.S. Di Roma li 3 di febbraio 1607.
fratello amorevolissimo di V.S.
Il Card. Bellarmino.
Al molto ill.re Sig.r fratello il Sig.r Thommasso Bellarmini. Montepulciano.