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Molto R.do Padre. Ho inteso che V.R. habbia minacciato di volere andare con i sbirri a levare dalla chiesa de padri della Compagnia di Giesù l'immagine del B. Padre Ignazio con i voti appesi. Se V.P. ha ordine da Nr Sig.r o dal S.to Offitio di Roma di far questo, farà benissimo ad obbedire. Ma io non credo, che lei abbia tale ordine, perchè ancora io lo saprei, essendo Cardinale della congregazione dell'Offitio, e poi quando in questo fosse qualche disordine, il rimediarlo non pare che tocchi al S.to Offitio, ma all'Ordinario secondo il decreto del concilio di Trento. Però mi è parso avvisare V.P. che non corra a furia, perchè qui in Roma nella chiesa della Compagnia vi è la stessa immagine con molti voti e con lume perpetuo, e l'hanno vista più volte i Sommi Pontefici, e i Cardinali del S.to Offitio, e il papa moderno la tiene in camera sua, e si tratta la canonizzazione, facendosi processo per ordine di N.re Sig.re. Ne è cosa nuova, che a quelli, che fanne miracolo dopo morte, si mettino le immagini in chiesa ed i voti delle gratie ricevute e di questo sono in Roma, et altrove molti esempii. Se qualche cosa intorno a questo non piace a V.P. e vorrà farlo sapere a me, o al P. Generale della Compagnia, farà offitio di buon religioso, e amorevole di chi vuol bene. Con questo le saluto, e mi raccomando alle sue S.te orazioni. Di Roma li 15 di luglio 1606.
Di V.P.
Come fratello
il Card. Bellarmino
Ad D. Inquisitorem di Modena.