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Molto Ill.re Sig.r Fratello. Ieri sera venne Ligurio, et si tratterrà in casa del vescovo di Padova, finchè il detto vescovo comparisca. Già ho scritto per un'altra mia che non ho bisogno di dottori. Ora scrivo che non ho anche bisogno di preti, ma ho bisogno di una persona onorata, che nelle pubbliche azioni serva di mastro di camera, ancorchè non gli darò questo nome, e insieme sia coppiere nei conviti pubblici. E V.S. sa bene che questo è il più onorato officio della corte, e ricerca persona nobile, di buona presenza, di saper fare un'ambasciata e in complimento con signori grandi, e che insieme sia affabile, quieto, onesto, e insomma il migliore della corte.
Del matrimonio del Sig.r Giuseppe comincerei a trattarne con il Sig.r Card.le Tarugi, se non fosse che lo stesso Sig.r Giuseppe scrive a V.S. e al cavaliere, come vedrete nelle allegate, che desidera una moglie di buone fattezze che possa comparire fra l'altre. Io non so se quella sia tale. Di più sarebbe bene intendere prima se sia vero che si tratti il matrimonio di questa fanciulla con Angelo Mancini. Appresso vi faccio sapere che il Sig.r card. Tarugi è tanto avanti nell'età che poco si può trattar con lui di negozi, e non pare che vi si applichi. Però sarebbe forse buono cominciar prima costì con il cavalier Tarugi e essendo d'accordo con lui trattare con il Sig.r Cardinale. Per questi rispetti aspetterò la risposta di questa lettera e insieme d'un'altra del Sig.r Giuseppe che verrà nell'istesso tempo e subito trattar così il matrimonio come la dispensa.
Ligurio è molto piccolo e però non è buono per mastro di camera, ma per scalco può passare. Con questo mi raccomando. Di Roma, li 25 di novembre 1605.
fratello aff.mo
il Card. Bellarmino.
Sig.r Thomasso.