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Ill.mo e R.mo Sig.re. Confesso a V.S. Ill.ma che non è stato tanto il dolore, che mi ero preso della falsità, che mi era stata scritta, quanto è stata l'allegrezza, che ho ricevuta dalla sua dolcissima lettera. Iddio dia a V.S. Ill.ma piena mercede nel regno suo, e perdoni i nostri invidiosi calunniatori. lo per molti rispetti mi trovo quietissimo in questa mia chiesa lontano dallo strepito dalla corte; ma il solo desiderio di vedere V.S. Ill.ma , e partecipare della sua dotta e affabilissima conversazione (che così da tutti è predicata) mi spingerò un giorno a venire prima del tempo, che mi ero determinato. Che V.S. Ill.ma abbia trovato molte nuove risposte e soluzioni di argomenti a favore della santa nostra fede, lo credo, e me ne rallegro infinitamente, e ne ringrazio la divina bontà, che secondo i tempi manda alla chiesa sua protettori e difensori. Rendo ancora a Dio benedetto molte grazie, che abbia fatto venire a Roma in tempo della controversia de auxiliis la persona di V.S. Ill.ma, perchè se bene io più e più volte ho fatto sapere a Nostro Signore quanto [sia vicina al Calvinismo] l'opinione della fisica predeterminazione [e come] è abborrita dalla maggiore parte delle università cattoliche, massime da quelle, che stanno a fronte degli eretici: nondimeno la parte contraria ha procurato, che non mi sia data piena fede, per esser Gesuita, e per conseguenza interessato; ma in V.S. Ill.ma, non si può trovar eccezione nessuna, essendo noto a tutti, come lei può giudicare meglio di qualsivoglia altro di questa controversia, e non ci ho altro interesse, che della verità e fede cattolica: si che Iddio l'ha mandata acciò le passioni di molti altri e l'emulazione che hanno con i Gesuiti, non faccia inturbidare la verità, in cosa di tanto momento. Con questo fine gli faccio umilissima riverenza con baciargli le mani, e pregargli da Dio ogni contento. Di Roma li