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mandare a Roma, faccia quello che vole, ma non mandi qui nessuno, che saria fatica e spesa persa.
Non venne poi la lettera di m Marcello, ne del figliolo, e l'ho avuto caro, perchè malamente potevo aiutarlo, trovandomi in debito assai grosso. Con questo fine saluto la Sig.ra consorte e gli altri di casa. Di Capua li 30 di gennaio 1603.
Di V.S.
fratello aff.mo
Roberto Card.le Bellarmino.
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Al molto Ill.re Sig.re fratello, il Sig.r Tomaso Bellarmino. Montepulciano