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Ill.mo e Rev.mo Sig.re in Cristo osser.mo.
La vigilia di S.Andrea glorioso giunse a Lecce il nostro buon padre Annibale Vitale, molto consolato del viaggio suo e in particolare l'essere stato con V.S. Ill.ma e da lei bene accarezzato. Lode alla Divina Bontà. Mi diede sue affettuose salutazioni, di che ringrazio la sua carità, e mi disse che gli aveva dato ordine che tre cose mi dicesse in ogni modo a nome suo: la prima, che muterebbe volentieri lo stato suo nel mio; la 2.da ch'io per lettere li dicessi se ella stava in grazia di Dio N.S.; la 3°, se morirebbe in grazia. E disse che più volte glielo replicò.
Io m'edifico molto di così vera umiltà e candida semplicità e mi obbliga a risponderle questo con animo sincero, dopo avermi raccomandato al dolcissimo Redentore Gesù più volte.
Alla prima dico, che lo credo al sicuro, e perchè lo credo, non lascio di raccomandarla quotidianamente alla divina protezione.
Alla 2° e 3° dico che credo al sicuro che stia in grazia, e che piacerà a chi l'ha posto in tal stato di porpora che morirà in grazia e con grande acquisto dell'animo che governa. Dominus tecum, padre mio amatissimo.
Così le faccio riverenza cordiale, raccomandando la mia vecchiezza di 74 anni nei suoi santi sacrifici e orazioni, ne ingratus moriar a tanti benefici, quali confesso di ricevere nella santa religione della minima Compagnia.
Le faccio poi sapere che il padre Matrese rettore paternamente fa l'officio suo, e Dio grazia, vanno con frutto i ministeri nostri.
Di Lecce 7 dicembre 1602.
Di V.S. Ill.ma e Rev.ma
Servo in Cristo
Bernardino Realino.
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Adr.: All'Ill.mo e Rev.mo Sig.re in Cristo oss.mo, il Cardinal Bellarmino Arciv.vo di Capua.