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Ill.mo e Rev.mo Sig.re mio osserv.mo.
Pensavo che, essendo cresciute l'entrate, V.S.I. crescer dovesse ancor famiglia, ma, per quel ch'io vedo, la va scemando, recusando esser chiamato padrone da me suo fedelissimo servo. Lo patirò pazientemente e mi asterrò di non dargli più tale titolo, se bene l'Ill.mo Cardinale Borromeo scrivendomi sempre mi da titolo di padrone, e così da lei imparando come da Cardinal vecchio e osservantissimo di simili maniere, ho pensato non far errore ciò facendo con V.S.I., ma per quel ch'io vedo, pigliar occasione per non darmi la parte.
Pazienza. Ho ricevuto la sua scrittura: qua oggi si presenterà nella congregazione e poi si darà a Sua Santità essendo così suo ordine. A me è piaciuta, così credo che piacerà agli altri, essendo giudiziosa e dotta, se ben senza dottori. Gli bacio le mani e me gli offro. Dio la guardi sempre. Di Roma li 31 di agosto del 1602.
Di V.S. Ill.ma e Rev.ma
umilissimo servitore
Ces. Card. Baronio.
Cardinal Bellarmino.
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Adr.: All'Ill.mo e Rev.mo Sig.r mio osserv.mo. Il Sig.r Cardinale Bell.
1602 Roma
30 d'agosto
Sig.r Card. Baronio