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Molto ill.re Sig.re fratello
Mi sono ricomprare il censo che ha venduto mg. Bartoletto à mg.Ascanio Mattioli, che è di 230 piastre, delle quali 200 si sono spese qua in uso della sposa, figliola della Signora Fulvia Avignanesi de Burratti, e però la detta Signora le renderà costì, come saprà per lettere di Giuseppe suo fratello e mio coppiere. L'altre 30 saranno rimesse anche costì, e di questo si ha preso l'assunto il suddetto Giuseppe. V.S. potrà parlare a mg. Bartoletto e madonna Camilla, e procurare che si esegua questa mia volontà, a ciò mg. Bartoletto sia libero del travaglio che patisce in pagare i censi a mg. Ascanio, del che esso più volte mi ha richiesto. Ma io non voglio che questo capitale di 230 piastre si perda, ma si assicuri in qualche modo, a ciò dopo la morte di madonna Camilla, poi che essa non ha figlioli, vada ai nipoti, cioè ai figlioli di V.S. E del modo di cautelare il tutto mi rimetto a voi, bastandomi aver dichiarato la mia volontà. Con questo mi raccomando a tutti. Di Roma li 8 di febbraio 1602.
fratello di V. S. aff.mo
Il Card. Bellarmino.
[Ext.:] Al molto Ill.re Sig. re fratello
il Sig.r Thomasso Bellarmini.