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Sorella amatissima. Il vostro marito mi ha più volte richiesto che gli pagasse il debito che ha con mg. Ascanio Mattioli di 230 scudi. Mi sono risoluto di farvi questo servizio, ma con condizione che questi 230 scudi si mettano in capitale per voi, e che ne possiate disporre alla vostra morte, come della vostra dote. E desidero per ogni modo che ne disponiate in bene dei vostri nipoti, figlioli di vostro fratello. Quando però non vi paresse di fare una somma di questi denari e della dote insieme, e tutta quella somma dividerla per mezzo, e lasciarne la metà al marito e la metà al fratello o suoi figlioli; perchè a me pare ragionevole che, non avendo figlioli, lasciate qualche cosa al marito e qualche cosa al fratello. Ma di questo mi rimetto alla vostra prudenza. Parlate di questo con vostro marito et, se esso si contenta delle condizioni suddette, potrà intimare a mg.Ascanio Mattiioli la restituzione dei suoi denari. Con questo mi raccomando alle vostre orazioni. Di Roma, li 26 di gennaio 1602.
Vostro fratello amorevolissimo
Il Card. Bellarmino.
[Ext.:] Alla mia amatissima sorella Madonna Camilla Bellarmini
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