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Molto Reverendo Padre mio. Di buona voglia soddisfare a quanto V.R. mi ricerca, parendomi, che appartenga alla gloria di Dio Nostro Signore, che si sappino i doni concessi da sua divina Maestà e servi suoi. Io ho confessato lungo tempo il nostro dolcissimo e santissimo fratello Luigi Gonzaga, e anche una volta l'hò confessato generalmente di tutta la vita, e mi serviva alla Messa, e praticava volentieri con me, trattando delle cose di Dio. Dalle predette confessioni, e dalla conversazione mi pare con ogni verità potere affermare le cose seguenti. Prima, che non abbia mai fatto peccato mortale; e questo lo tengo per certo, quanto al tempo dai sette anni fino alla morte; quanto ai primi sette anni (nei quali non visse con quella cognizione di Dio,con la quale visse poi) lo tengo per congettura, perchè non è verosimile, che nella infanzia peccasse mortalmente, massime essendo preordinato da Dio a tanta purità. Secondo, che dal settimo anno di sua vita, nel quale (come esso mi diceva) si converti dal mondo a Dio, abbia vissuto vita perfetta. Terzo, che non abbia mai sentito stimolo carnale. Quarto, che nella orazione, e contemplazione (nella quale per lo più stava inginocchiato in terra senza appoggiarsi) per ordinario non abbia patito distrazione. Quinto, che sia stato uno specchio di obbedienza, umiltà, mortificazione, astinenza, prudenza, devozione, e purità. Negli ultimi giorni di sua vita ebbe una notte tanto eccessiva consolazione nel rappresentargli la gloria dei Beati, che pensava fosse durata meno d'un'quarto d'ora, essendo però durata quasi tutta la notte. Nello istesso tempo, essendo morto il Padre
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