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Molto Ill.re Sig.r Fratello. Si è ricevuto il vino, e crediamo sarà buono, ma finora non si è provato. A ciò la bestia non venga dal tutto scarica, gli mando un Breviario, perchè intendo che lo desiderava: e, a ciò più lo stimi, me l'ha donato il Sig.r Card.le Aldobrandino. Gli mando ancora una zimarra di capicciola paonazza, che ha servito per me alcune poche volte. Sarà buona per fare una veste a Maria, e un saio a Giuseppe. Si manda ancora un poco di agro di cedro, e alcune tavole di zucchero rosato, del quale potrà far parte a madonna Camilla.
II p. Lutio Benci mi scrive un'altra lettera intorno ad Angelo. V.S. la potrà leggere, e, se gli pare, conforme a quella, interro gare Angelo, e poi farmi sapere, si gli pare, che lo mettiamo qua nel seminario Romano, come convittore, se quello gli pare, si debba fare. Mi dispiace l'indisposizione del Sig.r Card.le Borromeo, e desidero, con comodità, sia visitato da parte mia. Mg. Antonio Bellarmini per sua negligenza non ha spedito le bolle della cappella, che gli rinunciò il zio, e così è vacata. Ho trattato con N. Sig.re se si contentasse di confermare la rinuncia, e non avendo voluto confermarla, ho impetrato il beneficio per mg. Ludovico Aragazzi con pensione al maestro di casa. E a ciò veda la negligenza di mg Antonio: restò qua d'accordo con il maestro di casa di lasciargli l'ordine di spedir le bolle, e il consenso per la pensione, e poi si partì senza dire niente, ne mai mandò ordine nessuno, se non dopo la morte del zio.
Quanto al venir qua a Roma alla rinfrescata, faccia quello, che gli par meglio; e sarà bene se voi venire, non aspettare che siamo in S.to Pietro, che sarà al principio di Novembre, ma venire mentre stiamo qua in Roma più a largo. Con questo mi raccomando. Di Roma li 27 di luglio 1601.