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Molto Illustre Sig.r fratello
Non mi sarebbe cosa nuova, se mad.a Camilla non stesse molto in questa vita, perchè vidi, quando fui costì, la sua debole complessione, alla quale ora si aggiunge la vecchiaia perchè, se io non m'inganno, deve avere 53 anni. V.S. la saluti da mia parte, con dirgli che non mancherò pregare Dio per lei, e aiutarla in quello che saprò, e potrò. Gli mandai poco fa 30 scudi per sei mesi, a ragione di cinque il mese: ma se per la malattia haverà bisogno di spenderli tutti, lo faccia liberamente, perchè per grazia del Signore non mancheranno degli altri.
Quanto alla domanda di Mg. Bartoletto[1], mi pare, che V.S. abbia risposto bene, e credo che quella dote sia assai piccola, e di poco momento.
Ho scritto al Gran Duca, e all'Arcivescovo di Pisa per mg. Riccardo Benci, e ho qualche speranza di bene.
V.S. mostri l'inclusa al Sig.r Antonio nostro, e intenda, se bisogna, che io faccia altro. Mi raccomando a lei. Di Roma li 6 di Luglio 1601.
Aff.mo fratello
Il Card. Bellarmino.
Ext.: Al molto Ill.re Sig.r fratello

il Sig.r Thommasso Bellarmino.

  1. Bartolomeo Buratti, marito di Camilla Bellarmino. Motta, Bellarmino, 570, n.14.