di repubblica, non hìavendo se non la sola legge motola, senza la persona d'un giudice, quale la renda animata e ben-parlante.
A tutto questo volse replicare il ministro. Il che fece con tanto sgarbo e fuori di proposito, che S. Altezza, Principe come sapete.
freddo assai e ritenuto nel parlare, fu sforzato di pigliare il ragionamento e dirgli, che benché non avesse molto studiato nelle buone lettere, e molto meno nella sacra teologia, niente di meno vedeva chiaramente, che colla ciancia sua non cercava altro che si scappare, et che ogni giorno sperimentava la verità della proposizione mia, cioé che in ogni processo era del tutto necessaria l'autorità d'un giudice per regolare et accordare le parti, et che se questo non si faceva in questa disputa, sarebbe fatica persa passare più inanzi. All'ora il ministro Coüet, brontolando fra i denti disse, la Parola di Dio esser stata così temperata e modificata dallo Spirito santo, che i passi piu oscuri ricevono lume d'interpretazione dalli più chiari; e per confirmazione di ciò, proferì un luogo di S.Augostino, nel lib. 2 de dottrina Christiana. Noi risposimo, che in vero erano parole di S. Agostino quelle che veniva di allegare, ma che si dovevano intendere, quando i passi della Scrittura, che si pretendono facili e chiari, sono tenuti e giudicati facili e chiari d'ambedue le parti; dove che al contrario avveniva spesso, che le parole della Scrittura, quali sono chiare ad una delle parti sono all'altra fuor di modo oscure et ambigue. Et per esempio, dicemmo noi parole sacratissime del Signore: Hoc est corpus meum, le quali à noi cattolici sono così chiare et manifeste, che non si trova bamboccio che non l'intenda con grande prontezza e facilità: con tutto ciò paiono così oscure e difficili a tutte le sette de tempi nostri, che cosa meravigliosa è vedere il numero grande e confusione delle interpretazioni loro. Vedendosi colto di questo colpo il ministro Coüet, tutto sbigottito, cominciò a predicare le lodi delli Padri, et disse che nella setta loro riveriscono grandemente la memoria di essi, stimano assai le belle
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