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Molto R.do in Cristo Padre. Ho due lettere di V. R. nelle quali mi ha fatto grazia d'accennarmi due cose per mia utilità. La prima è verissima che io sono freddo per natura, e massime dove trovo resistenza. Alcuni chiamano modestia questa mia freddezza; ma in vero è dappocaggine e timidezza, la quale potria esser superata quando in me fosse più carità, perché charitas perfecta foras mittit timorem. V. R. preghi Dio che accenda in me il suo santo fuoco.
L'altra non è cosi certa, cioè di tener manco di trenta creati, perché l'esperienza mostra che non è possibile. Il Cardinal Baronio, il quale è gran dispregiatore delle pompe del mondo, tiene quarantacinque creati, cioè quindici più di me, e gli altri mediocri Cardinali tutti passano sessanta o settanta, e li grandi passano cento. Io ho quasi ogni giorno congregazione, oltre le cappelle e concistori, e in tutti questi luoghi si va in abito e con accompagnamento, e perché non si può tanto spesso gravar gli amici, è forza tener in casa otto o dieci persone che accompagnino; oltre che gli offici di casa sono tanto strettamente provvisti con trenta persone, che ogni volta che se ne ammala alcuno, come spesso occorre, tutta la casa patisce. Dio volesse che potessi viver con un compagno solo! Spero che ci rivedremo presto, e allora V. R. potrà consigliarmi quanto io desidero. In questo mezzo mi aiuti con le sue sante orazioni.
Il negozio delle parrocchie di Palermo ci ha dato e ci da gran travaglio, perché se bene si è fatto il più, essendosi avuto il decreto della Congregazione e il consenso del Papa, nondimeno in spedir il negozio con gli officiali ci si sono più volte attraversate molte difficoltà, ma spero che li supereremo tutte, e gli dico che, se non era la lettera di V. R. dove racconta gli abusi, non si faceva mai niente.