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f. 130v


Messina, havea determinato scrivergli, con pregarlo che volesse impetrargli dal Gran Maestro di poter venire in Messina, per abboccarsi seco. Questo era il contenuto della lettera, che mostrò a me il Servo di Dio, et incominciò a dubitare, se dovea portarsi a Malta, temendo, che quest’uomo non volesse uciderlo, stimando i maomettani di essere martiri quando muoiono, per haver ammazzato uno, che ha rinnegato la lor legge. Il gli consigliai, che non lasciasse di fare questo viaggio, il quale havea fatto avvisato il Gran Maestro, e così si partì.
Di Malta poi mi scrisse il seguente fatto. Subito andò a ricievirlo lo Schiavo, e disputarono due hore intiere mostrandoci la falsità della legge Maomettana. Il giorno seguente ritornò di nuovo lo Schiavo, e ripigliata la Disputa, restò la Vittoria al nostro servo di Dio, et il Moro si rese Christiano.
Mentre s'esercitava ne'rudimenti della Grammatica, mi diceva, che era grandissima la repugnanza, che provava in questo studio molestissimo, e che non havea provato cosa più difficile in Christianità, e però l'offeriva di cuore al Signore, al che molto l'animava l'esempio del Santo Padre Ignatio che già grande andava per apprendere la lingua latina co' fanciulli.