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si ricordò d'uno schiaffo dato irragionevolmente molti anni prima ad un giovanottp di Corte, che lo serviva; e quest'afronto falso ingiustamente à quell'innocente, e ritornatogli all'hora in mente lo ritivò da oni risentimento e lo dispose à baherar con grand'animo ogni indolenzza. Un altra volta mostrando io di maravigliami del bel caratere Arabico che egli haveva e de bellisimi sin di penna ò per dir meglio di annuccie de quale pezzo si serviva riverendo agullandole da se (ed era molto attivo di mani) mi confidò che per questo bel caratere era molto stimato dai Turchi e continuando io à bello studio il discorso, mi suggiunse, che per tre altre cose era parimente molto stimato; cioè per esser gran Mufei, che vuol dire Gran sacerdote; per haver compossi molti libri in lode di Maometo, e per saper à mente l'Alcorano, nel quale vi haveva fatto molto studio e percio sierava di poter facilmente disingnnar i Maomettani mostrando le schiochezze, le contraditioni, e le falsità di tal libro, del quale parlava con que dispetto et abominarione, nel quale parlava dell'Autore. Ne è da racene che venutogli in mano dal libro nel Novitiato lo teneva in Camera sua sotto le scarpe e quando usciva di Casa, sotto le pianche. All'opposto teneva in somma veneratione la Scrittura Sagra, ne si satiava mai di leggerla siccome ancora le vite de Santi e Sante. Tra libri speciali gustava assai del libro de Travagli di Giesù composto da fra Tomasso di Giesù anche in riguardo all'autore, che lo compose essendo schiavo in Africa, e per va che patione di Nostro Signore Giesù Cristo, di cui era veramente divoto. Non accenno però queste risolutioni, nè le altre sue virtù penitenze e mortificationi, si perche como hò detto sono