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f. 288r


Molto Reverendo in X.to Padre


P. C.
Priego V. R. di scusarmi, se non fui pronto in servirla; sa ben ella, quante facende habiamo per le mani, messime io, che non posso far capitale d'un ritaglio a mio gusto, aggiunga poi le mie indispositioni, che di quando in quando m'esercitano bene, sia benedetto il Signore si contenti ricevere il buon animo; e s'assicuri, che non è mancanza d'affetto, e la R. S. sa benissimo, quanto le vivo servire. Ho fatto poi tutta quall diligenza, che ho potuto in ricordarmi le cose ch'ella mi chiede del nostro P. Baldassare di felice memoria e quante mi son venuto in memoria tutte le scrivo a V. R. e se manco in qualche cosa, ne dia la colpa al tmepo, che si porta seco fugendo le memorie delle cose. E per dar principio.
Io so che il P. Baldassare fu preso dalle galere di Malta, essendo Generale il Illustrissimo Baglio Frà Baldassare Demandes, sopra un vascello Fiamengo, nel quale s'havea imbarcato da Tunisi per maggior sicurta per far il suo viaggio verso la Mecha; dove s'havea prefisso giongere per visitar il sepolcro del falso Maometto, persuadendosi che come il vascello era di Christiani, non sarebbe molestato se incontrato ne venisse da corsari; ma gli fallì il disegno, perchè incontratosi colle dette Galere di Malta fu abordato il vascello, e da essi, come si suole riconosciuto e visitato trovatosi sopra il P. Baldassare, all'hora chiamato Maometto, insieme con 16 suoi schiavi, fu subito sbarcato insieme colla sua comitiva su la capitania dove ben considerato dal Signor Generale e minutamente osservato se far concetto che egli era da più di quel, che si spacciava. Era allhora d'eta di 20 anni, giovane bellissimo, e garbatissimo e pertando nella maestà del volto scritta la real sua nascita obligò al Signor Generale a trattarlo con quelle convenienze che a persona d'honore si convenivano; ancorche egli diceva esser figliuolo di povero mercandante, tanto più che le fu trovato adosso un camisciulo di scarlato infoderato con cinque milla zicchini venetiani, il quale consignò alle mani del Signor Generale, che non permisse mai che fosse posto in catena, come si suol far con prigioni. Condoto a Malta fu immantinente rappresentato al Eminentissimo Lascari, allhora Gran Mestro della religione e interrogato chi fosse, si publicò per huomo ordinario e mercandante di puoco capitale, e non venendo creduto perchè altro testimoniavano i portamenti di sua persona, e le relationi havuti da altri, benchè il Capitano del Vascello che fu condotto a Malta, mai ha voluto publicar chi fosse quel schiavo fu cacciato il povero Maometto in prigione, però posto in luoco decente; e ancorche non si sapesse che egli era figliuolo di re, nulla di meno congiutturavano da vari inditti, quel che poi si trovò essere. Visse così sconosciuto 5 anni in prigione, si trattò in questo tempo più volte il suo riscatto, me perchè la religione chiedeva un prezzo esorbitante de duecento mila scudi, egli mai veniva a capo di conchiudere il trattato.
In questo tempo li sucesse una cosa bellissima, la quale raccontomi egli subito, che si convertì et è che stando in un giorno maliconichissimo pensando alla sua schiavitù et alla sua patria, s'adormentò. Nel sonno egli parve vedere in un trono tutto adobbato