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Molto Reverendo in Xto Padre


P. C.

Fra le consolationi che ho in questa vita è il ricever qualche lettera di V. R. ma perché il Signore in risguardo delli miei demeriti me né privò per molte settimane sia pur benedetto. Hora havendo occasione di scriver la rinchiusa al nostro Padre per farii ricordar della mia bramata missione del Mogor, ho voluto inviarla a V. R. accioché la presenti al nostro Padre dopo d’haverla veduta, e sigillata, secondo il solito. Ho incominciato li miei studii con gran fervore, come anche vado seguitando la predicatione evangelica tanto all’infedeli quanto alli fedeli christiani però con grandissima difficoltà arrivo ad haver avanti di me qualche buon numero de’turchi, perché come i loro padroni se né servono per cocchieri e staffieri non si contentano fuor di quei, che sogliono venir a sentimi di lasciar il loro servitio, restando in casa, per mandar li schiavi; con tutto ciò vado ingegnandomi per haverne quanto potrò; ma de’christiani più tosto è cresciuta l’udienza, che è mancata, perché molti di quei, che incominciarono dal principio venire hanno procurato di far venire tutta la loro casa, e qualche amico. E fra questi il duca di Cancellaro, et il marchese de Mignano, i quali per esser huomini spirituali mai mancarono con tutte le genti delle loro case, e molte altre da loro chiamate. Sia il tutto per honore e gloria di Dio. Alcerto Padre mio, ogni volta che saglio questo mio pulpito mi confondo grandemente, vedendo tanti Signori gente ordinaria, tanti religiosi e quasi tutti i preti, e canonici del domo, e molti altri infedeli, donne et huomini a sentir un’ignorante, che è vissuto per molti anni fuor della vera legge di Dio; pertanto rivolgendo a me stesso dico: Misericordias Domini in aeternum cantabo. Non mihi Domine, non mihi sed nomine tuo detur gloria.
Stavo aspettando che V. R. prendesse la licenza per poter ricever quel camisce mandato a me da Genova, il quale è molto povero, ma la divotione di chi lo fece con le sue mani, vorrei servirmene in paese de’infedeli, ma perché non mi ha risposto circa questo, la prego di farlo quanto prima. Come anche di mandarmi un poco altro di quell’imagini della Madonna, che mi mandò con il P. Mari, perché molte persone desiderano d’haver qualcheduna. Ho scritto molto in fretta per arrivar alla posta, prego V. R. di scusarmi per haver scritto così malamente.Finisco con riverirla dandole notitia delli mahomettani convertiti, che sono più di tre cento; come anche faccio verso tutti cotesti Padri spicealmente il P. Costanzo. Napoli 20 novembre 1666.
Di V. R.
Humilissimo servo et in Xto. figlio
Baldassare Loyola Mandes