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do in Xto. Padre


P. C.

Alcuni giorni sono hebbi la risposta di V. R. ad una mia, ma perche mi mostrò desiderio di sapere qualche cosa delli fatti miei, lo farò così brevemente per la gran scarsezza di tempo, che ho. I convertiti mahomettani fin adesso sono di numero da tresento a magior gloria di Dio, e credo che non sia minor numero de’convertiti christiani, che sogliono venir ognifesta comandata a sentirmi predicar, tanto all’infedeli, come alli fedeli. In torno poi il mio ritorno a Roma, né ho qualche notitia di ritornar presto, ma a me altro non conviene cercare se non il far la volontà di Dio; si che altro non richiedo, né bramo che il procurar dalli miei superiori: Domine quid me vis facere, quoniam ad faciendam Dei voluntatem semper paratus sum.
Ringratio V. R. delle buone nuove, che m’ha dato, particolarmente del Signor D. Gesmondo, per il quale prego Iddio, che lo faccia santo. Delle schiave figlie delle panitenti di V. R. mai ho potuto haver notitia. Della risposta alla monaca di Santa Chiara, prego V. R. si scusarmi appresso di lei; perche veramente non ho havuto tempo di risponderle, poiche alle volte ho necessità di vigliare tutta la notte o per trovar qualche cosa per le prediche, o per disputar con l’infedeli, et altre cose simili, credo che tal monaca mi compaterà quando udirà da V. R. le mie gran facende per magior servitio e gloria di Dio. Finisco con riverirla di nuovo, come anche faccio verso il P. Assistente d’Italia, con tutti gli’altri, P. Bonapaci, P. Damei con tutti gl’altri PP. e Fratelli di cotesta casa raccomandandomi alle sante orationi di tutti. Napoli 23 ottobre 1666.

Di V. R.

Humilissimo in Xto servo
Baldassare Loyola Mandes.

Prego V. R. di far capitar la richiesta per Genova sicuramente.
Al P. Lemmi