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Molto Reverendo in Xto. Padre


P. C.

Ho ricevuto la gratissima di V. R. dalli 4 di Settembre, per la quela m’hà fatto conoscere il suo desiderio d’incontrar il mio gusto, o di ritornar in Roma per prepararmi alla mia bramata missione del Mogor, o pure di fermarmi un poco altro in Napoli, seguitando questa incominiciata messe, alla quale rispondo così tardi, perche ho voluto trattar questo negotio prima più volte con Dio, il quale m’ha insperato di farle sapere, che sono totalmente indifferente, domandando da V. R. (come vera guida dell’anima mia, per mezzo della quale, piacque alla Maestà Divina d’indrezzarmi in questa santa vocatione dell’Indie) Quid me vis facere? Quia ad faciendam Dei voluntatem semper paratus sum. V. R. consideri questo caso avanti il Signore e proponga al nostro Padre quello, che giudicarà in Domino a magior servitio e gloria di Dio, se per restare qui, con tutto il cuore restarò, se per ritornar a Roma o altrove al minimo cenno delli miei superiori troncarò subito ogni cosa per andare dove Dio vorrà esser servito di me. In torno poi quello, che m’ha scritto di farmi riposar dalle fatighe in Roma, Ah Padre mio, che riposo mai può esser per me più giocondo, e più soave di quello, che trovo in Dio fatigando per amor suo nella salute dell’anime fedeli, et infedeli? Il che o in