Di grandissima mia consolatione mi è stata l'ultima di V. Paternità per la quale mi hà fatto sapere il suo pensiero di acelerar al posibile il tempo del mio andare verso il gran Mogor dove Iddio per sua mera pietà mi vuole cercando la salute di questa penosa e cieca gente. E tanto più è cresciuta la mia consolatione per la chiamata alla nuova messe di Napoli preporasami già dalla sua benigna carità. Del tutto rendo à V. Paternità infinite gratie, et alttando per l'avviso di passar per Roma, dove goderò un'altra volta piacendo al Signore la presenza di V. Paternità e ricevendo da lei nuovo spirito per faticar con più ardore nella vigna del Signore. Partirò dunque quanto prima da questa città per Roma, secondo l'indirizzo del N. P. Provinciale e se non ponero questa parte nella lettera di V. Paternità di passimi con comodo mio, quale altro non sarà che compir qualche