Page:BLMC 1665 08 28 1060 01-008.pdf/3

From GATE
This page has not been proofread


Il P. Claudio Damei mi scrisse con questa posta una lettera, nella quale si trovano queste medesime parole (Ho sentito da qualche Padre molto grave di questa casa, che la providenza haveva alzato al trono un figliuolo che V. R. ha lasciato nel suo regno. La prego humilmente per amor di Dio re del cielo, che ci facci parte di cio che ne sa, et affine che io supplicavo? Tanto piì instantamente la Divina Maestà, di benedir’ et illuminarlo con tutti li suoi fedelissimi vassalli, e dia loro qualche occasione di riverir’un giorno nel loro santo prencipe et insieme Padre spirituale, et apostolo del vero Christo Signore nostro. Quell’istesso Padre grave mi tratteneva che forsi la divina provedenza vuole aprir la porta all’evangelio per questo mezzo, e che da un porto, ma pare di Spagna confinante a quel regno dove aprodano molti di Fes, si protrebbe gettar da lontano la rete poco a poco. Iddio benedetto sa quando, e come conviene più alla sua magio gloria. Intanto tocca noi da obedir, et esser pronti d’andar dove ci chiama. Fin qui sono le parole del Padre Damei a me registrate nella sua lettera. E per tanto vorrei, che V. R. s’informasse bene di tal negotio senza dimostratione alcuna d’haver saputo da me, secondo la sua prodenza, mentre a me non conviene a far conto alcuno della vanità di tal figlio, ne anco a parlar di questo negotio. Ma che? Le faccio sapere, che sono prontissimo d’andar dove Dio mi vorrà senza timore, ne paura alcuna, e non solamente sono prontissimo di obedir al minimo cenno de’superiori mieri per andar al confine del regno di Fes, ma anche se vogliono che io vada dentro la medesima città di Fes a predicar l’evangelica verità, andarò con la gratia del Signore, senza risguardo, né paura alcuna a manifestar loro quel Dio, che stà scolpito nel mio cuore.
E con tutto ciò che haveva saputo da parte sua, che haverò da andar al regno del Mogor dove ho da lasciar la mia vita per amor suo (come V. R. da me ogni cosa habbia saputo) tutta via con una minima parola delli miei superiori andarò dove voglion per obedir alla viva voce di Dio, senza rifletter a quanto prima mi fu da Dio dichiarato. Io qui, come mio Padre spirituale, ho voluto spiegar il mio sentimento, ma assicuro V. R. che mai voglio cercar d’andar altrove, se non, come già sono destinato per il regno del Mogor, mi conviene di quando in quando il cercar per ogni via, il mio passaggio a quella parte. E se la santa obendienza mi destinarà per altrove, dirò: fiat voluntas Dei, perché a chi desidera caminar giustamente conviene il dire: Dominus regir me, et nihil deerit.
Circa poi questa cosa che m’ha scritto il Padre Damei protebbe esser questo Padre grave dal quale hebbe lui tal notitia il Padre Secretario perché mi ricordo d’haver scritto lui, et io, mi pare una lettera, per via di Tanger, conforme l’indirizzo suo per saper qualche nuova da quella parte, e se non erro così fu cosa, però come mai mi venne a mente quella gente, non posso ricordarmi della cosa fra me, et il Padre Secretario come fosse stata. V. R. mi scusi per haver scritto così infretta per mancanza del tempo. Prego V. R. che per quanto potrà non lasci publicar lo stato di quel figlio, mentre il suo Padre desidera di vivere sotto i piedi di tutti per amor di Dio.