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Reggia, facevo anche li colloquii nelli giorni di festa. E copiato ancora un commento d'Alcorano, e lettere de'molte dimostrationio de benefici. Compilai anche alcuni libri. Consumai nella facenda di queste cose quasi quattro anni, in questo tempo, ch'habbiamo accennato di quatro anni, regnò Tunisi il Nobile[1], e si nobilitò il paese, mandarono à riscatarci; venne à Malta il conosolo dell'Ingelesi à cagione del viscano nostro dimorò ivi per causa del negotio quasi sei mesi, e mai potebbe farci uscire perche li Signori di Malta e li Dominanti di lei, et il Re suo non volevano lasciarci andare con denaro poco, quando vide che il Consolo che dissimo dell'Inglesi non hà potuto cavarci; se n'andò, e ci lasciò schiavi in Malta, dopo qualche mese quelli di Tunisi mandarono altri huomini cercando la liberatione nostra, mi donò Iddio supremo in quel tempo una grande infirmità, et lei un'altro conto era in Malta fama di peste, perció si è tolto alli supo habitanti il visto, et ogni cosa che veniva dalli paesi delli Christiani. All'hora in questa circonstanza il Re di Malta, i li suoi gubernatori ci diedero la via con la patente. Ci siamo convenuti con essi quali per mila oncie et habbiamo mandato un huomo alla città di Tunisi. Volse Iddio supremo in questo tempo con l'aiuto del nobile perche prese ivi l'Alcalife[2]

  1. Nota sul margine: «Fascone de'Turchi così detta».
  2. Nota sul margine: «L'hereditario. Tatione di turchi così detta».