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della città di Palermo, da molti servitori di quel Regno e ministri di Sua Maestà e da quasi tutti li cavalieri di Palermo fu ricevuto in monreale con apparato
d'Archi, incontri di cavalli, contese d'Artigliarie e con tutte quelle dimostrazioni
d'allegrezza universale che poteva far quella città per la notizia et
esperienza hauta del suo Governo nel tempo che ne fu Vicario, sebene
le dimostrazioni furono più moderate per l'ordine dato prima dall'Arcivescovo che
non si dovesse far spesa d'alcuna sorte. Entrò nella città sopra un cavallo
bianco parato del medesimo colore, e tutta la cerimonia vi fù fatta con
molto bel ordine e decoro.
Doppo arrivato alla chiesa vi ste quattro mesi che non pose mano in cosa
alcuna del Governo attendendo solo ad informarsi dello stato delle cose, la
qual considerazione e tardità li conciliò in quel Regno grand'opinione di ma-
turità e prudenza. Poi diede principio a' visitar le chiese, li monasterij
e luoghi pij con notabile accrescimento del culto e del servizio di Dio.
Transferì le Reliquie di Santi ch'erano nella cattedrale con solenne pro-
cessione havendovi convocato tutto il Clero della Diocesi e con meraviglioso
concorso ed emozione del Populo, e le ripose in ricchi vasi, et in ben orna
ti Altari inducendo con tali apparati maggior culto e venerazione di queste
e con li frequenti esercizij di devozione e con li raggionamenti che faceva l'
Arcivescovo in chiesa s'indusse in breve una correttione grande nel populo
diponendosi gli odij, e pacificandosi l'inimicizie, s'introdusse la freque
nza dei sacramenti e diversi intituti di Religione e di pietà. Interveni
va egli medesimo all'essercizio della Dottrina Christiana sermoneg
giando et invitando con ogni adescamento li figlioli a' concorrerci.
Publicò il Sinodo Diocesano ogn'anno per la seconda domenica doppo Pasqua
e nel primo fece molti buoni ordini intorno al regimento temporale e spi
rituale delle cose della Chiesa, ai costumi di chierici et al culto
divino. Ordinò ch'a' Peccatori publici si facesse fare publica peni
tenza, e non lasciò cosa ch'appartenesse all'officio di buon Prelato
e pastore.