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L'anno medesimo tornò in Sicilia col Zio, dove con grandissima attenzione si diede allo
studio delle lettere sacre. Fù quivi amato e stimato molto da Marc Antonio Colonna
Vice Re, che nel ordinar un libro di prammatiche in quel Regno riscosse
d'altri valenti che dell'opera di D. Ludovico del qual si legge una Prefazione
in lode del Vice Re sotto nome di Antonio Sibacco. In questo tempo volendo l'arcivescovo
comprarli il presidentato della camera ricusò d'accettarlo sentendosi più
inclinato alle cose della chiesa, et alla vita sacerdotale.
L'anno 1579 andò col Arcivescovo mandato da Gregorio Xiii alla città di malta
per accertar le discordie ch'e sono fra il Gran Maestro Fra Gio:Levesque della Casiera
e fra Tommaso Gargalla vescovo di Malta, il qual negozio
gravissimo, e ch'avessa messo in armi la nazione francese e la spagnola
fù dall'Arcivescovo con l'intrimira e diligenza di D. Ludovico lungamente trat
tato con speranza di buon successo, e fù scritta supra ciò una lettera da D.
Ludovico conforme alla quale se si fosse operato, il negotio si saria ridotto a' fine.
Nel principio dell'anno 1580 pasendo all'Arcivescovo che Don Ludovico
perdesse il tempo in Sicilia, lo mandò a' Roma perchè seguitasse la corte, dove
giunto hebbe una gravissima infirmità, ma risanato fù fatto Referendario
di Giustizia e di Grazia insieme contro il costume di Gregorio Xiii con
particolar favori con Breve di Sua Santità nel qual ufficio fu doppo confermato
da Sisto V con Bolla.
Tornò poi la terza volta a' Monreale col Zio, dove per unirsi maggiormente con Dio
fece gl'esercizij spirituali sotto il Padre Paolo d'Achille Religioso di Santa Vita
delle più antiche della compagnia di Giesù. L'anno 1581 visitò l'abbazia di
santi Pietro e Paolo dell'Itala nella Diocesi di Messina chiesa del Cardinale
Granvela dove fece et instituì di molto bene con particolar sudisfazione del detto Cardinale
Il seguente anno del 1582 venendo a Roma hebbe con missione dal Regno
di Sicilia di trattar in Roma con N. S. il negozio delli Cambi comminciar allora
volti da Giacomo Lomellino Arcivescovo di Palermo, e continuar dall'Affare
Matteo Colli che fù poi Vescovo di Marsi. Nel qual viaggio fù con sopraordinaria