Molto Reverendo Padre osservandissimo
Rispondo in volgare alla lettera a Vostra Reverenza scritta in latino e rispondo di Dicembre
ad una di Ottobre. In uno vostra Reverenza incolpi la dimora Reverendo nel viaggiare e nell'altro la rugge che ha contratto il mio intelletto nel comporre
occupazioni: noi stessi hanno in guisa il filo allo ingegno ch'io
sfugo il cimento al quale più non son eguale. Et è bene una ostinata
inostinata critica potrebbe in qualche maniera rimediare gli altri
difetti, nè pur di questa posso disporre a mio modo mentre impieghi
precisi al mio stato, et alla mia ettà più proportionati da me la
richiedono. Con questa Vostra Reverenza mi permetterà ch'io la riverisca
in mia lingua mentre l'assicuro che niente men lo faccio col mio cuore
e arrivata porta in facciaapparenza di buona salute e nel
suo parlare querele di malsentirsi . Concorro col parlare di Vostra Reverenza
che di questa venuta si sarebbe potuto a meno e che l'aria di Genova
non debba emendare gli errori di quella di Roma più di quella che
sarebbe fatta essa stessa ma deve essere altrimenti poichè ai suoi superiori
è parso differentemente, egli porta altamente impressi nell'animo gli
obblighi contratti con Vostra Reverenza e ne fa dolce commemorazione meco in ogni
tempo. Io participo al suo honore in vederlo amato da un Padre
di tanta qualità ma participo anche di suoi obblighi, confessandomi ho
essi tenuto alla sua cortesia. Ne desideri buoni che nel resto gli assicuro
che siamo del tutto suoi, con che a Vostra Reverenza bacio affettuosamente
Padre Attanasio Chircherio, Roma
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