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Lucini, Francesco. Argomento del Mimo che si recita in Collegio Romano della Compagnia di Giesù. (1616).
Name(s) | Lucini, Francesco |
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Title | Argomento del Mimo che si recita in Collegio Romano della Compagnia di Giesù |
Year | 1616 |
Language(s) | ita |
Bibliographic level | Printed (pre-1830) |
Catalogue description | http://id.sbn.it/bid/PUVE014053 |
Subtitle: Nella distribuzione de' premi agli scolari della Rettorica, Humanità e Grammatica: Con un breve racconto Atto per Atto, Scena per Scena de' Personaggi ch'escono à parlare. Ad istanza del sig. Francesco Lucini convittore del Seminario Romano.
Transcription (p. 3-4):
"Il Mimo, Poesia pratticata da gl'Antichi Latini, prima che i Barbari inondassero l'Italia, hebbe per fine il Diletto in rappresentare non già qualche Attione humana, o Negotio, che fosse uno intiero, di giusta grandezza, &c. come nella Tragedia, e Comedia si sa: ma si bene solamente il costume, e qualche particolar sentimento ridicolo di chi che sia, e ciò non tanto col verso, con l'armonia, col Ritmo moderato, quanto col gesto, col moto, e con gl'atteggiamenti della Persona fuor dell'usato espressivi: onde anche il nome di Mimo, e di Imitatione singolarmente a questa sorte di Poesia da gl'Antichi fu dato.
Ha dunque preteso il Poeta con l'occasione di premiare i più diligenti Scolari delle Classi sudette, insieme col diletto d'un ragionevole trattenimento accompagnare l'utile di qualche giovevole ammaestramento per gl'istessi Giovanetti Studiosi, per li quali il Drama è stato composto.
Per tanto prendendo per soggetto o fondamento, che da' Greci ERGON si dimanda, il Catalogo da leggersi de' più infingardi, e più industriosi; per abbellimento che da' medesmi Greci PARERGON[1] si chiama, ha scelta questa sorte di Poesia, che Mimo si dice, in cui accommodandosi alla capacità de' fanciulli, per i quali, come s'è detto, l'Attione è fatta; non d'altre persone che de' fanciulli ha voluto rappresentare i costumi, & i falli ordinarij di quella Età, più degni di riso, che di severa punitione.
E tutto il Mimo diviso in due parti principali: nella prima, che Parodo da gl'antichi si nominava, s'esprime il costume di tre sorti di Scolari, i quali non s'approfittano, e sono li sedotti dal Sonno, dal Gioco, dal Lusso, e come tutta questa parte intorno al ridicolo si ravvolge, così corrisponde a quelle sorti de Mimi antichi, che secondo Demetrio[2], Tersite contrafacevano.
Nella seconda parte del Mimo, che anticamente Exodo si chiamava, volendo il Poeta aggiognere al ridicolo quasi di più bassa lega, un diletto più grave, e decente, e per così dir, signorile; ha procurato di rappresentare in due nobili Giovanetti il costume di tutti coloro, che nelli Studi s'avanzano. E questi sono di due sorti: perchè o vero sono dotati d'indole facile, sedata, modesta, in una parola SORTITI ANIMAM BONAM; o vero essendo di natura fervidi, e più gagliardamente combattuti dal senso coll'esercitio delle penitenze, delle devotioni, e del timor di Dio, più che per paura de' gastighi vanno preparando l'animo suo per ricevere i semi della vera Sapienza. E gl'uni e gl'altri sono quei, che dall'istessa Sapienza de' meritati premi honorati tra i suoi Condiscepoli hanno ragione di andarsene honestamente altieri, cominciando a ritrarre con vivi colori in se stessi ciò che nel saggio Ulisse fu da gl'Antichi Favoleggiatori solamente ombreggiato. Quindi sarà cosa agevole a gli Spettatori intendere il sentimento di quel titolo, o inscrittione, che su la scena pende MIMUS."
- ↑ Aggiunta accessoria che si fa, per abbellimento, a un’opera letteraria o figurativa.
- ↑ Demetrio Falereo (ISNI identifier)