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luxuriantis Naturae Cimelia, Conchas, Ostrea, Murices, omnisque Conchyliorum generis species, in tanta quantitate, tamque variatâ copiâ, ut totas maris divitias in compendium redegisse videatur, quae scrupulosius describere si intenderem, prolixus nimium forem. Quare ne in aculeatos anfractus , et scopulus impingam silenter me subduco, è nobilioribus solum nonnulla attingenda censui.
Sunt itaque primo loco aliquot Purpurae, hoc nomen sortitae quod Principum aulis sint gratissimae, et frequentes; aliae sunt turbinatae, et in mucronem gracilescentes; aliae tuberculis, et multa colorum aspergine variae: quaedam ex candido rubescentes, superficie levi, et tersa, marmori Pario haud absimiles; nonnullae asperae, rugosae, et in varios anfractus discretae; multae in spiras detortae, aliquae in helices convolutae, tandemque in cuspides abscendetes.
Secundò Murices complures Purpuris non absimiles, excellentissimorum Conchyliorum species sunt, ex quorum humore, seu sanguine praestantissimus tingendi color elicitur. Sunt hae plerumque turbinatae, et longos aculeos habent forinsecus; in parte vero interiori ex albo purpurascunt; est eorum testa gravis, solida, dura, multisque cuspidibus horrens. Sunt quaedam leves etiam in modum marmoris striatae et maculosae, labio patulo, et in modum canalis aperti diductae.
Tertiò sunt Turbines ωσμορφοι quorum testae in multa volumina plurimis undique tuberculis exstantibus diducuntur.
Quartò Turbines Anonymi, Conchylia sunt tuberosa, et anfractuosa, striata partim, partim rugata, maculosa variâ tincturâ.
Quintò, hic reperiuntur Trochi Nilotici albi in mucronem desinentes.
Sextò, Cochleae pentadactylae, cum quinque aut pluribus acutis appendicibus, quaedam turbinatas testas habent, quaedam caelatura sunt inaequales, scabrae, rugosae, non paucae claviculatim intortae umbilicata cylindrodes.
Septimò, reperies hic plurimas Pinnas], seu Buccinas, aut Papiliones marinos. Ostraceum genus est, quod tenui, sed duro exuvio extrinsecùs aspero, intrinsecùs tersum, et aliquantum rusescens sub marinis rupibus adhaeret, ac lanugine quadam dotatur, quae maxima vi attractiva humiditatis pollet. Denique visitur hic maxima copia Concharum margaritiferarum, quarum aliquas extrinsecus scabrosa squama circumvestit, aliae verò ab his separatae, tum intrinsecus tum extrinsecus argenteo Perlarum fulgore splendent. Cernitur hic etiam Ala Hirundinis marinae grandis admodum, et acervus rerum impetritarum, quarum formam petrificus succus in saxa congelavit, ut sunt ossa, tum humana, tum aliorum animalium, atque huiusmodi complurima. Superbiunt hic Corallini rami, et est pars rupis ex fundo maris avulsa, et coralliferis plantis, nec non monstruosis arboribus conferta. Animalium terrestrium exuvie nonnullae hic reperiuntur, inter quae primo loco ponenda videtur Iguana Mexicana. Animal est, quod equidem inter fluidi elementi partus, non autem inter terrestris glebae foetas referi posset, cum more Piscium natet, subque aquis degat. Moreque quadrupedum, veprium, herbarumque inter arboreta vagabunda luxuriatur; arbores scandit, ac formâ Crocodilo similissima est, solo cutis colore, qui in atrum inclinat, et duritie, utpote quae sine squamis tersa est, differt, modo scilicet serpentum maculosa, et tersa; fecundum dorsi longitudinem

bellissimi cimeli di una natura lussureggiante, conchiglie, ostriche, murici, e tutte le specie del genere dei molluschi, in così grande quantità e varietà che sembra aver riunito in sintesi tutte le ricchezze del mare: se volessi descriverle più scrupolosamente correrei il rischio di essere troppo prolisso. Perciò, per non impigliarmi in anfratti insidiosi e scogli, mi dileguo in silenzio e mi risolvo ad accennare solo ad alcuni tra i più notevoli esemplari.
Porpore: ebbene, al primo posto si trovano alcune porpore, che si sono guadagnate questo nome perché sono assai gradite e frequenti alle corti dei principi; alcune sono a chiocciola e si assottigliano in punta; altre sono caratteristiche per i loro rigonfiamenti e perché spruzzate di vari colori: alcune dal bianco ardente al rosso, levigate, luminose, assai simili a marmo pario, altre scabre, rugose, tortuose, molte a spirale, alcune elicoidali, e infine allungate in punta.
Murici: in secondo luogo vi sono parecchi murici, non diversi dalle porpore; sono specie di conchiglie assai pregiate, dall’umore delle quali, come da sangue, si ricava il preziosissimo colore per tingere. Essi sono per lo più elicoidali ed hanno all’esterno lunghe spine; all’interno trascolorano dal bianco al purpureo; il loro guscio è pesante, saldo, duro, irto di punte. Ve ne sono alcune levigate, striate e maculate come marmo, dall’ampia apertura allungate in forma di canale aperto.
Turbini: al terzo posto turbini oamorphoi (a forma di orecchio), le cui conchiglie si allungano in molte volute con moltissimi tubercoli che si protendono da ogni parte.
Al quarto posto vengono turbini senza nome: sono conchiglie ricche di gibbosità e cavità, in parte striate, in parte rugose, notevoli per le macchie di vario colore.
Al quinto si trovano i trochi del Nilo, bianchi, che si assottigliano a punta.
Al sesto conchiglie pentadattile, con cinque o più appendici aguzze, alcune sono elicoidali, altre di ineguale fattura, scabre, rugose, non poche attorte a viticcio, in forma di cilindroide ombelicato.
Al settimo troverai moltissime pinne, o trombe, o farfalle marine. È un genere di molluschi di guscio sottile ma resistente, scabro all’esterno, liscio all’interno, vagamente rosato; s’attacca alle pareti degli scogli ed è dotato di una lanugine assai efficace nel trattenere l’umidità. Infine si ammira qui una copiosa quantità di conchiglie perlifere, alcune esternamente protette da un guscio scabro, altre, separate da queste, risplendono si all’esterno che all’interno, dell’argenteo fulgore delle perle. È qui che si ammira anche l’ala della rondine marina, davvero grande, e un mucchio di fossili, la cui forma è stata pietrificata dal liquido ricco di calcare: sono ossa sia umane sia d’altri animali, e moltissimi reperti di questo genere. Fanno qui bella mostra di sé rami di corallo, e c’è perfino uno spuntone di roccia strappata dal fondo del mare, piena di coralli e di piante straordinarie.
Si trovano qui anche resti di animali terrestri, tra i quali sembra si debba collocare al primo posto l’iguana messicano. È un animale che veramente potrebbe essere annoverato tra i figli dell’elemento fluido e non tra la prole del suolo terrestre, perché nuota come i pesci e vive sott’acqua. Vaga, come i quadrupedi, tra arbusti di rovi e prati; sale sugli alberi e nella sagoma è assai simile al coccodrillo, ne differisce per il solo colore della pelle, che inclina al cupo, e per la consistenza della pelle, perché è del tutto priva di squame, liscia e maculata come quella dei serpenti;