Page:Il mappamondo cinese del P. Matteo Ricci.pdf/66

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aveva già avuto occasione di ammirare, Uamciommim subito mandò a chiamare il Ricci e, mostrandogli la carta del Vicerè, gli disse con manifesta soddisfazione che, dopo tutto, non era lui il primo ad introdurre questa scienza in Cina, e che i cartografi cinesi erano capaci di fare lo stesso di quello che aveva fatto anche lui. Il Ricci non ebbe difficoltà a riconoscere l'opera propria ed a provare al suo amico, che l'autore di quel mappamondo era proprio lui. Contentissimo Uamciommim di vedere che un altro magistrato come il Vicerè del Nanking aveva una così alta stima del suo amico e compagno di viaggio, gli scrisse subito per ringraziarlo del regalo, e per dargli la buona e inattesaa notizia che l'autore del mappamondo era proprio lì insieme a lui, in viaggio per Pechino. Il Vicerè mandò immediatamente uno dei suoi mandarini a Uamciommim per pregarlo di non fargli sfuggire l'occasione, da lui da tanti anni desiderata, di poter finalmente fare la conoscenza personale del Ricci, di cui aveva tanto sentito parlare. Nello stesso tempo mandava a questo effetto una portantina per il Padre, e servi e cavalli per i suoi bagagli. Il Ricci accettò l'amabilissimo invito e restò una decina di giorni nel palazzo del Vicerè a Kiüyung [1]. Ecco come il Ricci stesso racconta il fatto.

"Stava in quel tempo un grande suo amico [2] per Vicerè di Nanchino, per cognome Ciao e per nome Cotai 趙可懷, il quale

  1. Il palazzo del Vicerè era all'est del palazzo circondario 署在縣治東 LIVR., f. 4a.
  2. Amico di Uamciommim