Page:Il mappamondo cinese del P. Matteo Ricci.pdf/60

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Molto probabilmente furono questi due esemplari che, mandati dal Cabral al Valignano allora a Goa, furono da questi spediti al Generale dell'Ordine, Claudio Acquaviva, il 28 dicembre 1585, uno per mostrarlo al Sommo Pontefice Gregorio XIII, l'altro per farlo vedere al Cardinal di Toledo e al Re del Portogallo, Don Sebastiano [1]

Eppure il Ricci non si era fatto precedere dal suo Superiore immediato per offrire al Generale questo suo primo lavoro cartografico, in cui del resto, con molta umiltà, riconosceva volentieri che vi erano degli errori evidenti, dovuti, in parte al poco tempo che aveva avuto per prepararlo, e in parte agli intagliatori delle forme di legno sulle quali era stato stampato. Difatti il 30 novembre 1584 egli scriveva al Generale da Canton, dove con ogni probabilità aveva accompagnato Cabral nel suo viaggio di ritorno da Sciaochin a Macao: "Mandiamo un mappamondo al nostro modo [2], ma le lettere e misure de miglia et ore et nomi al suo modo[3], quale mi mandò fare il Governatore della nostra città di Sciaochino, e subito lo fece stampare lui stesso . E, benchè non sia cosa per vedersi in Europa per li errori che in esso vanno, parte da me, che, non pensando che si avesse da stampare così presto, non ci usai molta diligentia, parte fatti da coloro che lo stamporono, nondimeno mi è parso che si rallegrerà V. P. di vederlo in lettera cina. E sappia che lo stimano tanto che il Governatore tiene la stampa in sua casa, e non vuole che si vedano, ma lui stesso li

  1. R., II, p. 54, n. 3.
  2. Secondo i metodi scientifici dell'Europa
  3. Vale a dire in cinese e alla cinese.