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il lor regno colà (come lor neve pareva) in un cantone del mondo; essendo consueto a' geografi [europei], nello spinar che fanno in carta il globo dalla terra, far capo da quelle parti, che rispetto all'Europa soggiacciono al Sol levante, e sono il Giappone e la Cina. Perciò dunque, adattandosi al loro falso immaginare, la trasse in mezzo alla mappa: e quinci ordinatamente a' suoi lati [a destra e a sinistra] distese le due metà della terra l'Europa e l'Africa a sinistra e le due Americhe a destra]: il che valse molto a crescere amore all'opera e alla gloria all'autore" [1].

Del resto, su questo punto il Ricci è così chiaro ed esplicito, che fa veramente meraviglia come il suo testo non solo non sia stato vagliato più attentamente per confutare la leggenda, ma non sia stato nemmeno consultato. Narra egli che molti letterati, vedendo il suo mappamondo cinese, si lamentarono, dicendo che i missionari "avevano

  1. BC., II, c. 6, p. 15. Il corsivo e le parentesi quadre sono mie. Vedi pure più sotto (p. 153, n. 1) come si esprime l'autore del Famiü Scemlio 方輿勝略 verso il 1610