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Guidato e sorretto dal [[citesName::Valignano]], suo Superiore, il [[citesName::Ricci]] era convinto che non s'insegna il Vangelo nello stesso modo ai popoli barbari che mancano di letteratura e perfino l'alfabeto, e ai popoli che posseggono una letteratura abbondante e magari una civiltà plurimillenaria. Il popolo cinese, geloso ed altero della sua storia così antica, e spregiatore, al pari dei Graci e dei Romani, di tutto ciò che non era di casa propria e che era , per fatto stesso, "barbaro" ai suoi occhi, non poteva essere trattato alla pari d'una tribù selvaggia dell'Africa o dell'America. Occorreva innanzi tutto far conoscere ai Cinesi un'altra cultura, da essi totalmente ignorata, la cultura occidentale, nata dal Vangelo, venerabile per antichità di origine, ripiena della sapienza antica, benefica nelle istituzioni sociali, pura e retta nei costumi, vasta e profonda nelle scienze umane, come le matematiche, la fisica, l'astronomia ecc., splendida e nobile nelle belle arti. Conosciuta che l'avessero i Cinesi si sarebbero persuasi facilmente che la sorgente di tanti beni doveva essere la vita nuova trasfusa nella Roma pagana da quel Cristianesimo professato ed inculcato da quei dotti letterati, venuti ad essi dagli ultimi confini dell'Estremo Occidente. E nello stesso presentare questa civiltà occidentale, quanto tatto era necessario per non
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Guidato e sorretto dal Valignano, suo Superiore, il Ricci era convinto che non s'insegna il Vangelo nello stesso modo ai popoli barbari che mancano di letteratura e perfino l'alfabeto, e ai popoli che posseggono una letteratura abbondante e magari una civiltà plurimillenaria. Il popolo cinese, geloso ed altero della sua storia così antica, e spregiatore, al pari dei Greci e dei Romani, di tutto ciò che non era di casa propria e che era , per fatto stesso, "barbaro" ai suoi occhi, non poteva essere trattato alla pari d'una tribù selvaggia dell'Africa o dell'America. Occorreva innanzi tutto far conoscere ai Cinesi un'altra cultura, da essi totalmente ignorata, la cultura occidentale, nata dal Vangelo, venerabile per antichità di origine, ripiena della sapienza antica, benefica nelle istituzioni sociali, pura e retta nei costumi, vasta e profonda nelle scienze umane, come le matematiche, la fisica, l'astronomia ecc., splendida e nobile nelle belle arti. Conosciuta che l'avessero i Cinesi si sarebbero persuasi facilmente che la sorgente di tanti beni doveva essere la vita nuova trasfusa nella Roma pagana da quel Cristianesimo professato ed inculcato da quei dotti letterati, venuti ad essi dagli ultimi confini dell'Estremo Occidente. E nello stesso presentare questa civiltà occidentale, quanto tatto era necessario per non

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CAPO II


LA SCIENZA AL SERVIZIO DEL VANGELO


Guidato e sorretto dal Valignano, suo Superiore, il Ricci era convinto che non s'insegna il Vangelo nello stesso modo ai popoli barbari che mancano di letteratura e perfino l'alfabeto, e ai popoli che posseggono una letteratura abbondante e magari una civiltà plurimillenaria. Il popolo cinese, geloso ed altero della sua storia così antica, e spregiatore, al pari dei Greci e dei Romani, di tutto ciò che non era di casa propria e che era , per fatto stesso, "barbaro" ai suoi occhi, non poteva essere trattato alla pari d'una tribù selvaggia dell'Africa o dell'America. Occorreva innanzi tutto far conoscere ai Cinesi un'altra cultura, da essi totalmente ignorata, la cultura occidentale, nata dal Vangelo, venerabile per antichità di origine, ripiena della sapienza antica, benefica nelle istituzioni sociali, pura e retta nei costumi, vasta e profonda nelle scienze umane, come le matematiche, la fisica, l'astronomia ecc., splendida e nobile nelle belle arti. Conosciuta che l'avessero i Cinesi si sarebbero persuasi facilmente che la sorgente di tanti beni doveva essere la vita nuova trasfusa nella Roma pagana da quel Cristianesimo professato ed inculcato da quei dotti letterati, venuti ad essi dagli ultimi confini dell'Estremo Occidente. E nello stesso presentare questa civiltà occidentale, quanto tatto era necessario per non