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^ 4949 Rome,20 aout 1621. R�ponse de Bellarmin � 1'archev.de Naples.
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Ill.mo et Rev.mo Sig.re mio osservandissimo<lb/>
^ le card.Carata. / Ill/mo et Rev/mo S�g/re m�o osservandissimo
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Alla benignissima lettera di V.S. Ill.ma non posso rispondere altro, si non che in quel poco tempo, ch'io tenni l'abbadia di Procida, io tenevo un vicario assai dotto et gli davo cento ducati di camera di provisione l'anno; et quello, non solo governava la chiesa, ma anco predicava. Vero è che io molto poco tempo ho haute cura di quella chiesa, perche l'Ill.mo Cardinale Gesualdo, quando fu fatto arcivescovo di Napoli mi ricercò che d'accordo pregassimo la Santità di papa Clemente ottavo che dichiarasse chi havesse da essere l'Ordinatorio di Procida, perche al tempo della buona memoria dell'Ill.mo Signor cardinale di Avalos, mio predecessore nell'abbadia di Procida, non pare che Procida havesse altro padrone che l'istesso cardinale d'Avalos. La Santità di papa Clemente deputò giudice di questa controversia fra l'Ill.mo Gesualdo et me, l'Ill.mo suo Vicario, che era allora il cardinale Borghese, che fu poi Paulo V; et questo nostro giudice dichiarò che l'Arcivescovo di Napoli, che allora era fatto l'Ill.mo Card. Gesualdo, fusse ordinario di Procida; et allora cominciò il clero di Procida riconoscere per suo ordinario l'Arcivescovo di Napoli, se bene mal volentieri, essendo soliti ricorrere in ogni cosa all'abbate di Procida. Poco di poi io rinuntiai l'abbadia di Procida all'Ill.mo Sig.r abbate di Avalos, che hora è insieme Patriarcha di Antiochia, et à me restò solo una pensione, quale divisi fra li miei creati. Si che pochissimo tempo ritenni l'abbadia di Procida; et però non posso dire à V.S. Ill.ma chi sia stato solito dare il predicatore à Procida, poichè al tempo mio non ci fu altro predicatore che il mio vicario.
Alla benignissima lettera d� V.S.Ill/ma non posso rispondere al tro, si non che in quel poco tempo, ch'io tenni l'abbad�a d� Precida, io tenevo un vicario assai dotto et gli davo cento ducati di camera ^fd� previsione l'anno; et quello,non solo governava la chiesa, ma an co predicava. Vero che io molto poco tempo ho haute cura d� quel la chiesa, perche l'Ill/mo Cardinale Gesualdo, quando fu fatto arci vescovo di Napoli mi ricerc� che d'accordo pregassimo la Santit� d� papa Clemente ottavo che dichiarasse chi bevesse da essere l'Ordina torio di Precida, perche al tempo della buona memoria dell'Ill/mo Si gnor cardinale di Avalos, m�o predecessore nell'abbad�a d� Precida, hon pare che Precida havesse altro padrone che l'istesso cardinale d'Avalos. La Santit� di papa Clemente deput� giudice di questa con troversia fra l'Ill/mo Gesualdo et me,l'Ill/mo suo Vicario, che era /^allora il cardinale Borghese, che fu poi Paulo V; et questo nostro giudice dichiar� che l'Arcivescovo d� Napoli, che allora era fatto l'Ill/mo Card.Gesualdo, fusse ordinario di Proc�da; et allora comin ci� il clero di Proc�da riconoscere per suo ordinario l'Arcivescovo di Napoli, se bene mal volentieri, essendo soliti ricorrere in ogni ^^^cosa all'abbate d� Precida. Poco d� poi io r�nuntiai l'abbad�a d� Precida all'Ill/mo S�g/r abbate di Avalos,che bora � insieme Patriarcha d� Antiochia, et me rest� solo una pensione, quale divisi fra li m�ei creati. S� che pochissimo tempo ritenni l'abbad�a d� Proc�da; et per� non posso dire V.S.Ill/ma chi sia stato solito ^^Tdare il predicatore � Precida, poich� al tempo m�o non ci fu altro predicatore che il mio vicario.
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Insieme con la lettera di V.S. Ill.ma ho riceuto una di un carcerato di costì, il quale io non conosco, ma perche parla del S.to Offitio et delle cose occorse in cotesti tribunali, mi è parso mandarla à V.S. Ill.ma, à ciò la sua charità faccia visitare cotesto povero carcerato et fargli dire che non mi scriva piu, perche mi ha mandato molti memoriali, et io non so che farmi,non havendo notitia della persona, ne autorità nessuna in cotesta città. Con questo bacio le mani etc.
Insieme con la lettera di V.S.Ill/ma ho riceuto una d� un carcerato di cost�,il quale io non conosco, ma perche parla del S/to Off�t�o et delle cose occorse in cotesti tribunali, mi parso mandarj ^ l a � V.S.Ill/ma, � ci� la sua charit� faccia visitare cotesto povero carcerato et fargli dire che non mi scriva piu, perche mi ha mandato molti memoriali, et io non so che farmi,non bevendo not�t�a della per sona,ne autorit� nessuna in cotesta citt�. Con questo bacio le mani etc.
 
  
  
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Ill.mo et Rev.mo Sig.re mio osservandissimo
Alla benignissima lettera di V.S. Ill.ma non posso rispondere altro, si non che in quel poco tempo, ch'io tenni l'abbadia di Procida, io tenevo un vicario assai dotto et gli davo cento ducati di camera di provisione l'anno; et quello, non solo governava la chiesa, ma anco predicava. Vero è che io molto poco tempo ho haute cura di quella chiesa, perche l'Ill.mo Cardinale Gesualdo, quando fu fatto arcivescovo di Napoli mi ricercò che d'accordo pregassimo la Santità di papa Clemente ottavo che dichiarasse chi havesse da essere l'Ordinatorio di Procida, perche al tempo della buona memoria dell'Ill.mo Signor cardinale di Avalos, mio predecessore nell'abbadia di Procida, non pare che Procida havesse altro padrone che l'istesso cardinale d'Avalos. La Santità di papa Clemente deputò giudice di questa controversia fra l'Ill.mo Gesualdo et me, l'Ill.mo suo Vicario, che era allora il cardinale Borghese, che fu poi Paulo V; et questo nostro giudice dichiarò che l'Arcivescovo di Napoli, che allora era fatto l'Ill.mo Card. Gesualdo, fusse ordinario di Procida; et allora cominciò il clero di Procida riconoscere per suo ordinario l'Arcivescovo di Napoli, se bene mal volentieri, essendo soliti ricorrere in ogni cosa all'abbate di Procida. Poco di poi io rinuntiai l'abbadia di Procida all'Ill.mo Sig.r abbate di Avalos, che hora è insieme Patriarcha di Antiochia, et à me restò solo una pensione, quale divisi fra li miei creati. Si che pochissimo tempo ritenni l'abbadia di Procida; et però non posso dire à V.S. Ill.ma chi sia stato solito dare il predicatore à Procida, poichè al tempo mio non ci fu altro predicatore che il mio vicario. Insieme con la lettera di V.S. Ill.ma ho riceuto una di un carcerato di costì, il quale io non conosco, ma perche parla del S.to Offitio et delle cose occorse in cotesti tribunali, mi è parso mandarla à V.S. Ill.ma, à ciò la sua charità faccia visitare cotesto povero carcerato et fargli dire che non mi scriva piu, perche mi ha mandato molti memoriali, et io non so che farmi,non havendo notitia della persona, ne autorità nessuna in cotesta città. Con questo bacio le mani etc.