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A Rome,5 aout 1621. Bellarmin � Louis XIII roi de Franca.
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Christianiss.o et Ser.mo Sig.re. Alli tanti oblighi, che hà la mia Compagnia di Giesù à cotesta corona, et in particolar'à V. M.tà si aggiunge ancho questo del favore che gli fà col procurare con tanta instanza la canonizatione del Beato Ignatio fondatore di essa. Io con detta Compagnia ne rendo infinite gratie à V. M.tà per tante gratie et come tutta la Compagnia,et io devemo sempre pregare Dio Nro Signore per la prosperità, et felicità della M.tà V., cosi spero che il beato Ignatio fara in cielo in ricompensa dell'honore che V. M.tà gli procura in terra. La causa dell'istesso Beato Ignatio camina benissimo, et forse non passerà questo mese, che sarà finita, et massime che da tutta la Congregatione de'Riti, si doverà fare grandissima stima dell'instanza fatta da V. M.tà alla quale faccio profondissima riverenza, pregandoli di nuovo ogni desiderata felicità. Di Roma li 5. d'Agosto 1621.
  
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^^nissimo, et forse non passer� questo mese, che sar� finita, et mas sime che da tutta la Congregatione de'Riti,si dover� fare grandissi ma stima dell'instanza fatta da V.M/t� alla quale faccio profondis sima riverenza, pregandoli di nuovo ogni desiderata felicit�. Di Ro ma li 5.d'Agosto 1621.
 
  
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Christianiss.o et Ser.mo Sig.re. Alli tanti oblighi, che hà la mia Compagnia di Giesù à cotesta corona, et in particolar'à V. M.tà si aggiunge ancho questo del favore che gli fà col procurare con tanta instanza la canonizatione del Beato Ignatio fondatore di essa. Io con detta Compagnia ne rendo infinite gratie à V. M.tà per tante gratie et come tutta la Compagnia,et io devemo sempre pregare Dio Nro Signore per la prosperità, et felicità della M.tà V., cosi spero che il beato Ignatio fara in cielo in ricompensa dell'honore che V. M.tà gli procura in terra. La causa dell'istesso Beato Ignatio camina benissimo, et forse non passerà questo mese, che sarà finita, et massime che da tutta la Congregatione de'Riti, si doverà fare grandissima stima dell'instanza fatta da V. M.tà alla quale faccio profondissima riverenza, pregandoli di nuovo ogni desiderata felicità. Di Roma li 5. d'Agosto 1621.