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Parma,12 mars 1621. Le P.Marc Garzoni S.J.� Bellarmin; minute ^^76 ---------------------------- de la r�ponse. ----------------------/ Ill/mo et Rev/mo Sig/re mio colend/mo
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Ill.mo et Rev.mo Sig.re mio colend.mo<lb/>
Dopo scritta la lettera per l'ordinario passato V.S.Ill/ma,ho ricevuto lettere da Venetia scritte in confidenza da Senatore, quale mio credere ha scritto di concerto e d'ordine del Senato, che se ^^S.S/t� operer� che il passo di Valtellina sia libero, come era prima, per servitio dell'Italia, potr� dimandare quei Signori che grafie vorr� che senz'altro l'otterr�, e che, se domander� la nostra resti tuitone, le sera concessa. Di pi� me scrive quel Senatore che sanno in Venetia che S.S/t� nell'affari importanti si vale del Cardinale ^^de Giesuiti (per usare le sue parole), che vuol dire V.S.Ill/ma, et per� che,se s'intender� che detto cardinale ill/mo favorisca detta parte, tanto pi� si faciliter� detto negotio, e poi vi aggionge che quella Republica tiene in ogni veneratione et porta grande honore e riverenza alla Santit� di Nostro Signore.
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Dopo scritta la lettera per l'ordinario passato à V.S. Ill.ma, ho ricevuto lettere da Venetia scritte in confidenza da Senatore, quale à mio credere ha scritto di concerto e d'ordine del Senato, che se S. S.tà opererà che il passo di Valtellina sia libero, come era prima, per servitio dell'Italia, potrà dimandare à quei Signori che gratie vorrà che senz'altro l'otterrà, e che, se domanderà la nostra restituitone, le sera concessa. Di più me scrive quel Senatore che sanno in Venetia che S. S.tà nell'affari importanti si vale del Cardinale de Giesuiti (per usare le sue parole), che vuol dire V.S. Ill.ma, et però che, se s'intenderà che detto cardinale ill.mo favorisca à detta parte, tanto più si faciliterà detto negotio, e poi vi aggionge che quella Republica tiene in ogni veneratione et porta grande honore e riverenza alla Santità di Nostro Signore.<lb/>
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voluto subito avvisare V.S. Ill.ma di tutto, accio se possa valere di questa scienza come le parerà meglio per servitio di Dio N.ro Sig.re, supplicandola però humilmente à non far mentione se non con chi può confidare il secreto che alcun Senatore veneto habbia scritto di ciò. Io scrivo di tutto questo al padre Generale, ma ho voluto anco avvisarne V.S. Ill.ma e s'io fossi presente, potrei avertire molte cose particolari per agevolare ih negocio di tanto servitio del Signore. Me perdoni V.S. Ill.ma del disturbo che le do, e m'assicuro che lo tolererà volentieri, per esser cose di molta gloria del Signore e ben essere di tanti popoli. Qui s'intende che Nostro Signore è ben affetto nel negocio di Valtellina che il passo sia libero. Però in questo io me rimetto à ciò che sarà giudicato, perche non devo in tromettermi. E con questo à V.S. Ill.ma e R.ma per fine faccio humilissima riverenza.<lb/>
Di Parma l'12 di marzo 1621. Caso che V.S.Ill/ma me voglia far degno di qualche risposta, potr� mandarmela Bologna per dove m'invio domattina.
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Di Parma l'12 di marzo 1621.<lb/>
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Caso che V.S. Ill.ma me voglia far degno di qualche risposta, potrà mandarmela à Bologna per dove m'invio domattina.
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Ill.mo et Rev.mo Sig.re mio colend.mo
Dopo scritta la lettera per l'ordinario passato à V.S. Ill.ma, ho ricevuto lettere da Venetia scritte in confidenza da Senatore, quale à mio credere ha scritto di concerto e d'ordine del Senato, che se S. S.tà opererà che il passo di Valtellina sia libero, come era prima, per servitio dell'Italia, potrà dimandare à quei Signori che gratie vorrà che senz'altro l'otterrà, e che, se domanderà la nostra restituitone, le sera concessa. Di più me scrive quel Senatore che sanno in Venetia che S. S.tà nell'affari importanti si vale del Cardinale de Giesuiti (per usare le sue parole), che vuol dire V.S. Ill.ma, et però che, se s'intenderà che detto cardinale ill.mo favorisca à detta parte, tanto più si faciliterà detto negotio, e poi vi aggionge che quella Republica tiene in ogni veneratione et porta grande honore e riverenza alla Santità di Nostro Signore.
Hò voluto subito avvisare V.S. Ill.ma di tutto, accio se possa valere di questa scienza come le parerà meglio per servitio di Dio N.ro Sig.re, supplicandola però humilmente à non far mentione se non con chi può confidare il secreto che alcun Senatore veneto habbia scritto di ciò. Io scrivo di tutto questo al padre Generale, ma ho voluto anco avvisarne V.S. Ill.ma e s'io fossi presente, potrei avertire molte cose particolari per agevolare ih negocio di tanto servitio del Signore. Me perdoni V.S. Ill.ma del disturbo che le do, e m'assicuro che lo tolererà volentieri, per esser cose di molta gloria del Signore e ben essere di tanti popoli. Qui s'intende che Nostro Signore è ben affetto nel negocio di Valtellina che il passo sia libero. Però in questo io me rimetto à ciò che sarà giudicato, perche non devo in tromettermi. E con questo à V.S. Ill.ma e R.ma per fine faccio humilissima riverenza.
Di Parma l'12 di marzo 1621.
Caso che V.S. Ill.ma me voglia far degno di qualche risposta, potrà mandarmela à Bologna per dove m'invio domattina.
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