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Venlse^6_m^rs ,,1621._-
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Ill.mo et Rev.mo Sig.r mio Sig.re Sig.r Colen.mo<lb/>
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Mi appresento per mezo di questa lettera à V.S. Ill.ma et R.ma qua
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si timoroso; poichè il rispetto,ch'io debbo et porterò sempre all'Ill.ma sua persona, m'hà datto tacer seco fin'hora forse troppo lungamente. Tuttavia perche questo nuovo pontificato mi porge occasione di ricorrer alla protettione sua, piglio animo di supplicarla humilissimamente, si come hò, ch'ella in qualche parte me ne renda degno. Io, Signore, mi son'augurato con tutto lo spirito di veder V.S. Ill.ma et R.ma distribuir quello che al presente Sua Beatitudine comparte; ma tanto è l'esser consigliere d'un'ottimo Pontefice, quanto è l'esser'un altro Pontefice. Però parmi impossibile che nella concessione di tanti carichi et di tante grafie che se dispenseranno cosi dentro, come fuori della Curia, non ci sia qualche picciola et tenuissima cosa ancora per servitor suo, che son'io, il quale non hò goduto mai altro che un semplice titolo ecclesiastico, et questo anche à contemplatione altrui, et con poco mio merito. Et vorrei hora dopo un longo corso d'anni, et dopo molti travagli della mia vita,consumata in servitio di due corone, venir finalmente à cotesta corte. La qual cosa hò voluto significar'a V.S. Ill.ma et R.ma per raccomandarmele vivamente, et perche mi persuado niun'altro protettore poter'io trovar più grande ne di maggior mio benefitio ch'ella sola. Una sua parola di me al Pontefice (sempre però à beneplacito suo,et in quelle sole occorrenze, dov'io giustamente potesse esser'abbracciato) non mi sarebbe se non di notabilissimo sollevamento. Così confido et così spero,che quello che le mie conditioni non bastano à meritarmi, m'averrà forse dalla singolar bontà et favore di V.S. Ill.ma et Rev.ma alla quale per fine facendo humilissima riverenza, le obligo et dono con tutto l'animo mio me medesimo. Di Venetia li 6 di Marzo 1621.<lb/>
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Di V.S. Ill.ma et Rev.ma, <lb/>
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Humiliss.o et Devotiss.o Servitore<lb/>
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Vincentio. Bianchi
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(Réponse) Si risponda,che io se bene habito in palazzo del Papa, non
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dimeno ho fermo proposito di non dar fastidio con domandarli gratie, ma so lo servirlo in quello che mi comanda, etc.
  
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si timoroso; poich� il rispetto,ch'io debbo et porter� sempre all'Ill/ma sua persona, m'h� datto tacer seco fin'hora forse troppo lunga^fmente. Tuttavia perche questo nuovo pontificato mi porge occasione di ricorrer'alla protettione sua, piglio animo di supplicarla humilissimamente, si come h�, ch'ella in qualche parte me ne renda degno. Io, Signore, mi son'augurato con tutto lo spirito di veder V.S.Ill/ma et R/ma distribuir quello che al presente Sua Beatitudine comparte; ma /7tanto � 1'esser consigliere d'un'ottimo Pontefice, quanto � l'esser'un altro Pontefice. Per� parmi impossibile che nella concessione di tanti carichi et di tante grafie che se dispenseranno cosi dento, come fuori della Curia, non ci sia qualche picciola et tenuissima cosa an cora per servitor suo,che son'io, il quale non h� goduto mai altro ^Tche un semplice titolo ecclesiastico, et questo anche � contemplatione altrui, et con poco mio merito. Et vorrei hora dopo un Iqngo corso d'anni, et dopo molti travagli della mia vita,consumata in servitio di due corone, venir finalmente � cotesta corte. La qual cosa h� volu to significar'a V.S.Ill/ma et ^/ma per raccomandarmele vivamente,et .^^perche mi persuado niun'altro protettore poter'io trovar pi� grande ne di maggior mio benefitio ch'ella sola. Una sua parola di me al Pon tefice (sempre per� � beneplacito suo,et in quelle sole occorrenze, dov'io giustamente potesse esser'abbracciato) non mi sarebbe se non di notabilissimo sollevamento. Cos� confido et cos� spero,che quello .^^che le m�e oondit�oni non bastano � meritarmi, m(averr� forse dalla s�ngolar bont� et favore di V.S.Ill/ma et Rev/ma alla quale per fine facendo humiliss�ma riverenza,le obligo et dono con tutto l'animo m�o me medesimo. Di Venet�a li 6 d� Marzo 1621.
 
Di V.S.Ill/ma et Rev/ma , I** 7 HumiliLssss//o et Devot�ss/o Servitore
 
______ vincenti. Bianchi
 
 
 
(R�ponse) Si risponda,che io se bene hab�to in palazzo del Papa, non
 
dimeno ho fermo proposito di non dar fast�dio con domandarli graf�e, ma so lo servirlo in quello che mi comanderete.
 
 
 
 
 
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Ill.mo et Rev.mo Sig.r mio Sig.re Sig.r Colen.mo
Mi appresento per mezo di questa lettera à V.S. Ill.ma et R.ma qua si timoroso; poichè il rispetto,ch'io debbo et porterò sempre all'Ill.ma sua persona, m'hà datto tacer seco fin'hora forse troppo lungamente. Tuttavia perche questo nuovo pontificato mi porge occasione di ricorrer alla protettione sua, piglio animo di supplicarla humilissimamente, si come hò, ch'ella in qualche parte me ne renda degno. Io, Signore, mi son'augurato con tutto lo spirito di veder V.S. Ill.ma et R.ma distribuir quello che al presente Sua Beatitudine comparte; ma tanto è l'esser consigliere d'un'ottimo Pontefice, quanto è l'esser'un altro Pontefice. Però parmi impossibile che nella concessione di tanti carichi et di tante grafie che se dispenseranno cosi dentro, come fuori della Curia, non ci sia qualche picciola et tenuissima cosa ancora per servitor suo, che son'io, il quale non hò goduto mai altro che un semplice titolo ecclesiastico, et questo anche à contemplatione altrui, et con poco mio merito. Et vorrei hora dopo un longo corso d'anni, et dopo molti travagli della mia vita,consumata in servitio di due corone, venir finalmente à cotesta corte. La qual cosa hò voluto significar'a V.S. Ill.ma et R.ma per raccomandarmele vivamente, et perche mi persuado niun'altro protettore poter'io trovar più grande ne di maggior mio benefitio ch'ella sola. Una sua parola di me al Pontefice (sempre però à beneplacito suo,et in quelle sole occorrenze, dov'io giustamente potesse esser'abbracciato) non mi sarebbe se non di notabilissimo sollevamento. Così confido et così spero,che quello che le mie conditioni non bastano à meritarmi, m'averrà forse dalla singolar bontà et favore di V.S. Ill.ma et Rev.ma alla quale per fine facendo humilissima riverenza, le obligo et dono con tutto l'animo mio me medesimo. Di Venetia li 6 di Marzo 1621.
Di V.S. Ill.ma et Rev.ma,
Humiliss.o et Devotiss.o Servitore
Vincentio. Bianchi
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(Réponse) Si risponda,che io se bene habito in palazzo del Papa, non dimeno ho fermo proposito di non dar fastidio con domandarli gratie, ma so lo servirlo in quello che mi comanda, etc.