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Rome,10-aou^ 1619. Bellarmin � Hugues Ubaldini.
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111/mo Sig/re Rimando le due scritture, che V.S.Ill/ma hieri mi mostr�, et mando lei la lettera, che io scrivo mio fratello, � ci� gli piaccia vederla, et rimandarmela. All'Ill/mo Sig/or Cardinale, suo fratel= lo^^t mio padrone, potr� mostrare la mia lettera, et piacendogli, comandi al Sig/or Vicario quello che gli piace. Io non veggo qua materia di lite, se pure non volessemo litigare con i venti, con Eolo Re de venti; quello, che saria peggio, con Dio,nostro supre= mo padrone, et Signore, al quale parso cosi punire li miei p�cca= ti, darmi materia di patienza. Con questo gli prego da Dio ogni prosperit�, di casa li 10.di Agosto 1619.
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Rimando le due scritture, che V.S. Ill.ma hieri mi mostrò, et mando à lei la lettera, che io scrivo à mio fratello, à ciò gli piaccia vederla, et rimandarmela. All'Ill.mo Sig.or Cardinale, suo fratello et mio padrone, potrà mostrare la mia lettera, et piacendogli, comandi al Sig.or Vicario quello che gli piace. Io non veggo qua materia di lite, se pure non volessemo litigare con i venti, ò con Eolo Re de venti; ò quello, che saria peggio, con Dio,nostro supremo padrone, et Signore, al quale è parso cosi punire li miei piccati, ò darmi materia di patienza. Con questo gli prego da Dio ogni prosperità, di casa li 10. di Agosto 1619.<lb/>
Di V.S.Ill/ma
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Di V.S. Ill.ma<lb/>
Aff/mo per servirla
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Aff.mo per servirla<lb/>
Il Card/le Bellarmino.
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Il Card.le Bellarmino.
Adr.: All'Ill/mo et molto R/do Sig/r II Sig/or Ugo Ubaldini, etc.
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Arch.Dom.Gener.Carm.Discal. - Roma Corso d'Italia 38 Plut.348,c (in fine voluminis)
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All'Ill.mo et molto R.do Sig.r II Sig.or Ugo Ubaldini, etc.
  
  
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Ill.mo Sig.re
Rimando le due scritture, che V.S. Ill.ma hieri mi mostrò, et mando à lei la lettera, che io scrivo à mio fratello, à ciò gli piaccia vederla, et rimandarmela. All'Ill.mo Sig.or Cardinale, suo fratello et mio padrone, potrà mostrare la mia lettera, et piacendogli, comandi al Sig.or Vicario quello che gli piace. Io non veggo qua materia di lite, se pure non volessemo litigare con i venti, ò con Eolo Re de venti; ò quello, che saria peggio, con Dio,nostro supremo padrone, et Signore, al quale è parso cosi punire li miei piccati, ò darmi materia di patienza. Con questo gli prego da Dio ogni prosperità, di casa li 10. di Agosto 1619.
Di V.S. Ill.ma
Aff.mo per servirla
Il Card.le Bellarmino.
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All'Ill.mo et molto R.do Sig.r II Sig.or Ugo Ubaldini, etc.