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Rome,9 aou^ 1619. Bellarmin aux Anc�ens de la R�publique de Lu-------------------------------------------------- ^nques. 4636
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Li giorni passati scrissi una lettera all'Ecc.VV. dandogli aviso di quello, che bevevo retratto da Mons.r Vescovo loro, dopo la partita del Sig.r Ambasciatore Bonvisi, in conformità di quello che havevo trattato seco in questo negotio di Mons.r Vescovo; et egli era restato meco in apuntamento, et con dargli raguaglio in essa lettera di tutto quello, che era passato fra noi, l'apportavo anco le ragioni,che mi movevano a dirle liberamente il parer'mio
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intorno a quello, che restava da fare all'EE.VV. per il buon fine di d.to negotio. Ma perche poi per opera,come credo del demonio, si e publicata voce costà, come mi ha scritto Mons.r Vescovo, che il suo ritorno si stabiliva con patto espresso, che dovesse renuntiare la chiesa, et dentro anco un certo breve termine, et risultando ciò in distruttione di quel'che si pretende dell'honor di Dio, et della bona, et perfetta unione per maggior'benefitio, et frutto dell'anime; parso bene trattenere la d.tà lettera per aspettare altra miglior'congiuntura, ò dispositione. Et perche non hò hauto, ne hò altro fine in questo negotio, che della concordia fra loro à benefitio commune nel servitio di Dio, di cotesta lor città, e diocesi, mi è parso necessario per questo effetto haver' riguardo ancora nel trattarlo alla sodisfattione commune, et essendomi stato accennato altrimente, che l'EE.VV. hanno saputo, ch'io havevo scritto la sudd.a lettera, hò giudicato, che sia bene di mandarla adesso, come faccio, et insieme farli sapere quello, che è passato, acciò l'una,e l'altra parte resti sicura della mia buona voluntà, et che da me non è restato, ne restarò d'adoprarmi in servitio loro per cosi buona opera sempre, che n'havrò l'occasione; et con questo prego all'EE.VV. dal Sig.re ogni abundanza delle sue gratie. Di Roma li 9 di Agosto 1619.<lb/>
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Servitore aff.mo<lb/>
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L� giorni passati scrissi una lettera all'Eco.VV. dandogli av�-
 
 
 
so di quello, che bevevo retratto da Mons/r Vescovo loro, dopo la
 
 
 
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egli era restato meco in apuntamento, et con dargli raguagl�o in
 
 
 
essa lettera di tutto quello,che era passato fra noi, l'apportavo
 
 
 
anco le ragioni,che mi movevano a dirle liberamente il parer'm�o
 
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riguardo ancora nel trattarlo alla sod�sfattione commune, et es
 
 
 
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ch'io havevo scritto la sudd/a lettera, h� giudicato,che sia bene
 
 
 
di mandarla adesso, come faccio, et insieme farli sapere quello,
 
 
 
^^Tbhe � passato, acci� l'una,e l'altra parte resti sicura della mia
 
 
 
buona volunt�, et che da me non � restato,ne restar� d'adoprarmi
 
 
 
in serv�tio loro per cosi buona opera sempre,che n'havr� l'occa-
 
 
 
s�one;et con questo prego all'EE.VV. dal Sig/re ogni abundanza
 
 
 
delle sue graf�e. Di Roma li 9 di Agosto 1619.
 
 
 
Delle EE.VV.
 
 
 
Servitore aff/mo
 
 
 
il Cardinale Bellarmino.
 
 
 
SS/i Antian� et Gonf/re d� Lucca.
 
 
 
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Ill.mi et Ecc.mi SS.ri
Li giorni passati scrissi una lettera all'Ecc.VV. dandogli aviso di quello, che bevevo retratto da Mons.r Vescovo loro, dopo la partita del Sig.r Ambasciatore Bonvisi, in conformità di quello che havevo trattato seco in questo negotio di Mons.r Vescovo; et egli era restato meco in apuntamento, et con dargli raguaglio in essa lettera di tutto quello, che era passato fra noi, l'apportavo anco le ragioni,che mi movevano a dirle liberamente il parer'mio intorno a quello, che restava da fare all'EE.VV. per il buon fine di d.to negotio. Ma perche poi per opera,come credo del demonio, si e publicata voce costà, come mi ha scritto Mons.r Vescovo, che il suo ritorno si stabiliva con patto espresso, che dovesse renuntiare la chiesa, et dentro anco un certo breve termine, et risultando ciò in distruttione di quel'che si pretende dell'honor di Dio, et della bona, et perfetta unione per maggior'benefitio, et frutto dell'anime; parso bene trattenere la d.tà lettera per aspettare altra miglior'congiuntura, ò dispositione. Et perche non hò hauto, ne hò altro fine in questo negotio, che della concordia fra loro à benefitio commune nel servitio di Dio, di cotesta lor città, e diocesi, mi è parso necessario per questo effetto haver' riguardo ancora nel trattarlo alla sodisfattione commune, et essendomi stato accennato altrimente, che l'EE.VV. hanno saputo, ch'io havevo scritto la sudd.a lettera, hò giudicato, che sia bene di mandarla adesso, come faccio, et insieme farli sapere quello, che è passato, acciò l'una,e l'altra parte resti sicura della mia buona voluntà, et che da me non è restato, ne restarò d'adoprarmi in servitio loro per cosi buona opera sempre, che n'havrò l'occasione; et con questo prego all'EE.VV. dal Sig.re ogni abundanza delle sue gratie. Di Roma li 9 di Agosto 1619.
Delle EE.VV.
Servitore aff.mo
il Cardinale Bellarmino.
SS.i Antiani et Gonf.re di Lucca.