Difference between revisions of "Page:EBC 1619 04 25 2103.pdf/1"

From GATE
m (→‎top: added Template:TurnPage, replaced: <references/> → <references/> {{TurnPage}})
 
(2 intermediate revisions by one other user not shown)
Page statusPage status
-
Not proofread
+
Proofread
Page body (to be transcluded):Page body (to be transcluded):
Line 1: Line 1:
 
Ill.mo et Rev.mo Signore.<lb/>
 
Ill.mo et Rev.mo Signore.<lb/>
Gia altre volte ho scritto a V.S. Ill.ma che io me sento straordinariamente favorito et insieme honorato che il nostro apostata mi dia occasione spessissimo d'impiegare la penna in servitio et diffesa della dottrina di V.S. Ill.ma, alla quale per molti titoli vivo divotissimo servitore. Et voglio credere che Iddio m'habbi favorito d'haver esseguita la mente et il senso di quella nelle risposte. Solamente nel 2° libro l'apostata mi presenta un passo assai difficile: percioche nel 4° capo, negando egli che l'ordine sia sagramento, fra le altre autorità di cui si serve, cita V.S. Ill.ma al 2° tomo de Ordine, c.7, con queste parole: "Subdiaconus etiam sacro ac sacramentali ordine consacraci docent multi scolas tici; sed fatetur Bellarminus de Subdiaconatu non esse tantam certitudinem illum sacramentaliter conferri,quanta de Diaconatu. Quia,(inquit) neque in Scripturis fit de eo mentio nec eius ordinario habet manus impositionem, et proprie non pertinent ad hierarchiam nisi ut ministri Hierarcharum". Et già al c.6 V.S. Ill.ma havea detto de'Diaconi che valde probabile est eorum ordinationem sacramentum esse, licet id non sit certum ex fide, et ne aporta la raggione. Quia non potest id evidenter deduci ex verbo Dei scripto, vel tradito, neque extat ulla Ecclesiae de hac re expressa determinatio
+
Gia altre volte ho scritto a V.S. Ill.ma che io me sento straordinariamente favorito et insieme honorato che il nostro apostata mi dia occasione spessissimo d'impiegare la penna in servitio et diffesa della dottrina di V.S. Ill.ma, alla quale per molti titoli vivo divotissimo servitore. Et voglio credere che Iddio m'habbi favorito d'haver esseguita la mente et il senso di quella nelle risposte. Solamente nel 2° libro l'apostata mi presenta un passo assai difficile: percioche nel 4° capo, negando egli che l'ordine sia sagramento, fra le altre autorità di cui si serve, cita V.S. Ill.ma al 2° tomo de Ordine, c.7, con queste parole: "Subdiaconus etiam sacro ac sacramentali ordine consacraci docent multi scolas tici; sed fatetur Bellarminus de Subdiaconatu non esse tantam certitudinem illum sacramentaliter conferri,quanta de Diaconatu. Quia,(inquit) neque in Scripturis fit de eo mentio nec eius ordinario habet manus impositionem, et proprie non pertinent ad hierarchiam nisi ut ministri Hierarcharum". Et già al c.6 V.S. Ill.ma havea detto de'Diaconi che valde probabile est eorum ordinationem sacramentum esse, licet id non sit certum ex fide, et ne aporta la raggione. Quia non potest id evidenter deduci ex verbo Dei scripto, vel tradito, neque extat ulla Ecclesiae de hac re expressa determinatio<lb/>
Mi muovono questa difficolt� pi� considetationi, le quali la confidenza che la singoiar bont� di V.S.Ill/ma s'degnata porger mi altre volte et la servit� particolare, la quale io professo ver^^Tso la persona sua, mi danno ardire di spiegarle qua brevemente.
+
Mi muovono questa difficoltà più considetationi, le quali la confidenza che la singoiar bontà di V.S. Ill.ma s'è degnata porger mi altre volte et la servitù particolare, la quale io professo verso la persona sua, mi danno ardire di spiegarle qua brevemente.<lb/>
Prima donque non capisco come per prova della institutione d'un sacramento sia necessaria l'e�v^aaaevidenza della Scrittura,parten do bastare la sufficiente diduttione overo la non repugnanza di quella, come nell'istessa occasione ottimamente ella conclude con^ ^ t r o Kemnitio, nel fine del 2� capo dicendo: Multa fecit Dominus quae scripta non sunt; et come ella sa molto meglio di me,l'argui re negativamente dalla Scrittura fra cattolici riprovato; tanto
+
Prima donque non capisco come per prova della institutione d'un sacramento sia necessaria l'evidenza della Scrittura, partendo bastare la sufficiente diduttione overo la non repugnanza di quella, come nell'istessa occasione ottimamente ella conclude contro Kemnitio, nel fine del capo dicendo: Multa fecit Dominus quae scripta non sunt; et come ella sa molto meglio di me, l'arguire negativamente dalla Scrittura fra cattolici è riprovato; tanto
 +
<pb/>
  
[[Category:EBC_Not proofread]]
+
[[Category:EBC_Proofread]]
 
[[Category:EBC_Letters]]
 
[[Category:EBC_Letters]]
 
[[Category:EBC_Pages]]
 
[[Category:EBC_Pages]]
Footer (noinclude):Footer (noinclude):
Line 1: Line 1:
<references/>
+
<references/> {{TurnPage}}

Latest revision as of 13:37, 6 May 2020

This page has been proofread


Ill.mo et Rev.mo Signore.
Gia altre volte ho scritto a V.S. Ill.ma che io me sento straordinariamente favorito et insieme honorato che il nostro apostata mi dia occasione spessissimo d'impiegare la penna in servitio et diffesa della dottrina di V.S. Ill.ma, alla quale per molti titoli vivo divotissimo servitore. Et voglio credere che Iddio m'habbi favorito d'haver esseguita la mente et il senso di quella nelle risposte. Solamente nel 2° libro l'apostata mi presenta un passo assai difficile: percioche nel 4° capo, negando egli che l'ordine sia sagramento, fra le altre autorità di cui si serve, cita V.S. Ill.ma al 2° tomo de Ordine, c.7, con queste parole: "Subdiaconus etiam sacro ac sacramentali ordine consacraci docent multi scolas tici; sed fatetur Bellarminus de Subdiaconatu non esse tantam certitudinem illum sacramentaliter conferri,quanta de Diaconatu. Quia,(inquit) neque in Scripturis fit de eo mentio nec eius ordinario habet manus impositionem, et proprie non pertinent ad hierarchiam nisi ut ministri Hierarcharum". Et già al c.6 V.S. Ill.ma havea detto de'Diaconi che valde probabile est eorum ordinationem sacramentum esse, licet id non sit certum ex fide, et ne aporta la raggione. Quia non potest id evidenter deduci ex verbo Dei scripto, vel tradito, neque extat ulla Ecclesiae de hac re expressa determinatio
Mi muovono questa difficoltà più considetationi, le quali la confidenza che la singoiar bontà di V.S. Ill.ma s'è degnata porger mi altre volte et la servitù particolare, la quale io professo verso la persona sua, mi danno ardire di spiegarle qua brevemente.
Prima donque non capisco come per prova della institutione d'un sacramento sia necessaria l'evidenza della Scrittura, partendo bastare la sufficiente diduttione overo la non repugnanza di quella, come nell'istessa occasione ottimamente ella conclude contro Kemnitio, nel fine del 2° capo dicendo: Multa fecit Dominus quae scripta non sunt; et come ella sa molto meglio di me, l'arguire negativamente dalla Scrittura fra cattolici è riprovato; tanto
---page break---