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In risposta della benignissima lettera di V.A. S.ma delli 19 di questo, devo dirgli che havendo io considerato che questo mio libretto era di poca stima, et che mi saria stato attribuito à presuntione grande il mandarlo à tutti li Principi Serenissimi, et che per il contrario se lo mandavo ad alcuni solamente, e non à tutti potevo essere biasimato, come partiale: mi risolvi mandarlo solamente à quello à chi era dedicato, et al suo Padre, cioè al Principe et Re di Polonia, et di più a tre altri soli per più rispetti, cioè al Gran'Duca di Toscana,come padrone della mia patria, al Duca di Savoia che ha honorato un'mio nepote della gran'croce di S. Mauritio e Lazaro, con un'grosso Priorato, et al Baca di Parma con la casa del quale la mia hà servitù di longo tempo, et anco la Compagnia, mia madre hà grandissimo obligo: oltre che, essendo anco io solito di mandare tutti li libretti miei alli Cardinali de Medici, Savoia et Farnese, mi parse conveniente parimente mandarli alli sopranominati principi. Hò voluto che V.A. Ser.ma sappia tutto questo, acciò non attribuischi al diffetto di osservanza il non havergli mandato il libretto mio, ma al rispetto delle cause predette, stimandola et osservandola io come mio Sig.re
 
In risposta della benignissima lettera di V.A. S.ma delli 19 di questo, devo dirgli che havendo io considerato che questo mio libretto era di poca stima, et che mi saria stato attribuito à presuntione grande il mandarlo à tutti li Principi Serenissimi, et che per il contrario se lo mandavo ad alcuni solamente, e non à tutti potevo essere biasimato, come partiale: mi risolvi mandarlo solamente à quello à chi era dedicato, et al suo Padre, cioè al Principe et Re di Polonia, et di più a tre altri soli per più rispetti, cioè al Gran'Duca di Toscana,come padrone della mia patria, al Duca di Savoia che ha honorato un'mio nepote della gran'croce di S. Mauritio e Lazaro, con un'grosso Priorato, et al Baca di Parma con la casa del quale la mia hà servitù di longo tempo, et anco la Compagnia, mia madre hà grandissimo obligo: oltre che, essendo anco io solito di mandare tutti li libretti miei alli Cardinali de Medici, Savoia et Farnese, mi parse conveniente parimente mandarli alli sopranominati principi. Hò voluto che V.A. Ser.ma sappia tutto questo, acciò non attribuischi al diffetto di osservanza il non havergli mandato il libretto mio, ma al rispetto delle cause predette, stimandola et osservandola io come mio Sig.re
 
principalissimo, et desiderando servirla con tutto l'animo. In tanto rendo infinite gratie à V.A. Ser.ma che si degni leggere le cose mie, et con la solita benignità sua anche lodarla, come se fossero di qualche momento. Et supplicandola della sua buona gratia prego Dio N.S. che la prosperi e feliciti sempre. Di Roma li 24 Aprile 1619. Di V.A. S.ma<lb/>
 
principalissimo, et desiderando servirla con tutto l'animo. In tanto rendo infinite gratie à V.A. Ser.ma che si degni leggere le cose mie, et con la solita benignità sua anche lodarla, come se fossero di qualche momento. Et supplicandola della sua buona gratia prego Dio N.S. che la prosperi e feliciti sempre. Di Roma li 24 Aprile 1619. Di V.A. S.ma<lb/>
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tutti li miei libretti alli Cardinali de Medici, di Savoia, e Farnesi, mi parve conveniente mandarlo à essi.
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Ser.mo Sig.r mio oss.mo
In risposta della benignissima lettera di V.A. S.ma delli 19 di questo, devo dirgli che havendo io considerato che questo mio libretto era di poca stima, et che mi saria stato attribuito à presuntione grande il mandarlo à tutti li Principi Serenissimi, et che per il contrario se lo mandavo ad alcuni solamente, e non à tutti potevo essere biasimato, come partiale: mi risolvi mandarlo solamente à quello à chi era dedicato, et al suo Padre, cioè al Principe et Re di Polonia, et di più a tre altri soli per più rispetti, cioè al Gran'Duca di Toscana,come padrone della mia patria, al Duca di Savoia che ha honorato un'mio nepote della gran'croce di S. Mauritio e Lazaro, con un'grosso Priorato, et al Baca di Parma con la casa del quale la mia hà servitù di longo tempo, et anco la Compagnia, mia madre hà grandissimo obligo: oltre che, essendo anco io solito di mandare tutti li libretti miei alli Cardinali de Medici, Savoia et Farnese, mi parse conveniente parimente mandarli alli sopranominati principi. Hò voluto che V.A. Ser.ma sappia tutto questo, acciò non attribuischi al diffetto di osservanza il non havergli mandato il libretto mio, ma al rispetto delle cause predette, stimandola et osservandola io come mio Sig.re principalissimo, et desiderando servirla con tutto l'animo. In tanto rendo infinite gratie à V.A. Ser.ma che si degni leggere le cose mie, et con la solita benignità sua anche lodarla, come se fossero di qualche momento. Et supplicandola della sua buona gratia prego Dio N.S. che la prosperi e feliciti sempre. Di Roma li 24 Aprile 1619. Di V.A. S.ma
Aff.mo et obligatiss.o servitore
Il Card.le Bellarmino.