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Molto Illustre Signora sorella, Mi maraviglio che V.S. mi scrive che li beni alienati si possano ricomperare con 400 ò 450 scudi, et la sig.ra Francesca scrive che non si possano ricomperare, perche sono dote, et ci vole il consenso del G.Duca et delle donne, le quali non si contentano di restituirle. Bisogna però veder bene quello che si fà. Ma supposto che si possine ricomperare, io mandarò li denari, ogni volta che siano le cose in ordine per fare il contratto. Diceva V.S. che quella vigna che si poteva ricomperare con 200 scudi, rendeva dodici per cento, hora non so perche non la vogliate pigliare. Io credo che sia bene con sigliarsi con persone pratiche, et cosi risolversi, et non so per che non sia bene intendersi con il Sig.or Giuseppe, et la Sig.ra Francesca, et anco con il Sig.or Antonio et Sig.or Francesco Maria Cervini. Supposto che bastino 450 scudi à ricomperare li boni impegnati, io credo che saria bene dare il resto delli denari, cio è 500 piastre, à censo di otto per cento, quale mi scrisse il Sig.or Giuseppe Vignanesi, che si trova costì molto sicuro, per che è pur bene bavere non solo stabili, ma ancora denari, massime che doppo la morte mia, difficilmente haverete denari per vestirvi, et per altre spese necessarie per cultivare i terreni. Io lodo che pigliate consiglio con chi lo puo et sà dare, à cio poi non vi pentiate. Con questo vi prego da Dio ogni prosperità. Di Roma li 3 di Marzo 1618.
Di V.S.
fratello aff.mo
Il Card.le Bellarmino.
Alla M.to ill.re Sig.ra sorella, la Sig.ra Camilla Bellarmini, ne Burratti
Montepulciano