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Molto Ill.re Sig.or Cugino, Ho riceuto la sua, et inteso quanto mi scrive della speranza che la malattia della Sig.ra Maria sia per terminarsi in bene. Ma, per dirgli il vero, habbiamo tanti travagli publici per le guerre, et privati per il mancamento delle nostre entrate in Turino et in Capua, che non ci lassano pensare alla malattia di una persona che io non ho mai visto, se non quando era in fascie. Con questo prego à V.S. et à tutta la casa ogni prosperità. Di Roma li 19 d'Agosto 1617.
Di V.S. m.to Ill.re
Cugino aff.mo per servirla
Il Card. Bellarmino.
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Al M.to ill.re Sig.or Cugino, il Sig.or Antonio Cervini.
Al Vivo