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Romeni? juln 1617. Bellarmin z� l'�veque de RipaTraneona.
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Molto Ill.re et R.mo Sig.or. Mi è stato accennato, che una delle cause principali, per le quali il Buon governo di V.S. R.ma è calunniato, sia la persona del Vicario, che lei tiene, il quale per essere dell'istessa città, non può mancare di havere delli amorevoli, et delli malevoli. Io credo, che sia persona virtuosa, et degna del grado, nel quale V.S. R.ma l'ha posto; ma nondimeno in certi casi è bene privarsi di qualche persona utile et buona per acquistar maggior bene, ò fuggir maggior male. Et io posso dargli il mio essempio.<lb/>
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Quando fui fatto Arcivescovo di Capua, confirmai il Vicario, che vi era, et poi andando di persona alla residenza, trovai, che veramente era persona di molto valore,e merito; ma con il longo governo si era acquistato alquanti malevoli, che lo perseguitavano. Et perche esso amava me, et io lui, cominciammo à discorrere del ben commune, et alla fine si risolvemmo, che desse luogo alla malignità de persecutori. Et io allora l'accompagnai con una buona lettera à Papa Clemente, con scrivergli, che io non havendo potuto ritenere quella persona, da me molto amata per le ragioni,che esso stesso raccontarebbe, la raccomandavo alla S.tà sua, et l'assicuravo, che se la S.tà
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sua se ne fusse servita, l'haveria trovata di molto valore. Il Papa mi ringratiò, e subito le mandò à Ravenna per vicario dell'ill.mo Sig.or Card.le Aldobrandino. Questo ho voluto significargli, à ciò consideri se fusse bene trattare amorevolmente con il suo Vicario, et di commune consenso risolvere quello che sia piu utile per cotesto governo, non stimando il proprio gusto, ò utile, ma l'honore di Dio, et salute delle anime.<lb/>
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L'affetto,che io porto à V.S. R.ma, mi fa troppo ardito in svisarla, ma lei mi scusarà, sapendo, che non cerco altro, che l'utile suo.<lb/>
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Con questo mi raccomando alle sue s.te orationi, è à lei prego da Dio ogni colmo di perfettione. Di Roma li 17.di Giugno 1617. <lb/>
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era acquistato alquanti malevoli,che lo perseguitavano. Et perche
 
 
 
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et alla fine si risolvemmo,che desse luogo alla malignit� de perse-
 
 
 
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L'affetto,che io porto � V.S.R/ma, mi fa troppo ardito in svisar
 
 
 
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Con questo mi raccomando alle sue s/te orationi,� � lei prego da Dio
 
 
 
ogni colmo di perfettione. Di Roma li 17.di Giugno 1617. Di V.S. M/to ill/re et R/ma
 
 
 
S/r Vescovo di Ripa.
 
 
 
Aff/mo come fratello per servirla il ^ard/le Bellarmino.
 
 
 
Al Molto Ill/re et R/mo Sig/re come fratello Mons/or V di Ripa.
 
 
 
Firenze.Biblioth.Nazion. Mss. Coll. Gonnelli cart.3 n.41. Orig.aut.
 
 
 
 
 
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Molto Ill.re et R.mo Sig.or. Mi è stato accennato, che una delle cause principali, per le quali il Buon governo di V.S. R.ma è calunniato, sia la persona del Vicario, che lei tiene, il quale per essere dell'istessa città, non può mancare di havere delli amorevoli, et delli malevoli. Io credo, che sia persona virtuosa, et degna del grado, nel quale V.S. R.ma l'ha posto; ma nondimeno in certi casi è bene privarsi di qualche persona utile et buona per acquistar maggior bene, ò fuggir maggior male. Et io posso dargli il mio essempio.
Quando fui fatto Arcivescovo di Capua, confirmai il Vicario, che vi era, et poi andando di persona alla residenza, trovai, che veramente era persona di molto valore,e merito; ma con il longo governo si era acquistato alquanti malevoli, che lo perseguitavano. Et perche esso amava me, et io lui, cominciammo à discorrere del ben commune, et alla fine si risolvemmo, che desse luogo alla malignità de persecutori. Et io allora l'accompagnai con una buona lettera à Papa Clemente, con scrivergli, che io non havendo potuto ritenere quella persona, da me molto amata per le ragioni,che esso stesso raccontarebbe, la raccomandavo alla S.tà sua, et l'assicuravo, che se la S.tà sua se ne fusse servita, l'haveria trovata di molto valore. Il Papa mi ringratiò, e subito le mandò à Ravenna per vicario dell'ill.mo Sig.or Card.le Aldobrandino. Questo ho voluto significargli, à ciò consideri se fusse bene trattare amorevolmente con il suo Vicario, et di commune consenso risolvere quello che sia piu utile per cotesto governo, non stimando il proprio gusto, ò utile, ma l'honore di Dio, et salute delle anime.
L'affetto,che io porto à V.S. R.ma, mi fa troppo ardito in svisarla, ma lei mi scusarà, sapendo, che non cerco altro, che l'utile suo.
Con questo mi raccomando alle sue s.te orationi, è à lei prego da Dio ogni colmo di perfettione. Di Roma li 17.di Giugno 1617.
Di V.S. M.to ill.re et R.ma
S.r Vescovo di Ripa.
Aff.mo come fratello per servirla
il Card.le Bellarmino.
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Al Molto Ill.re et R.mo Sig.re come fratello Mons.or V di Ripa.