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B�tetto^ 10 mars 1617. Eveque de Bitetto � Bellarmin.
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Ill.mo et R.mo Sig.r mio padrone col.mo.<lb/>
/ Ill/mo et ^/mo Sig/r mio padrone col^^. Impedito da legitimo impedimento della mia povert�, con che cami
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Impedito da legitimo impedimento della mia povertà, con che camino con l'universale di tutta questa provincia, per la sterilità che è corsa e corre nelli frutti delle olive et viltà di prezzi che si sono venduti et vendono li olii raccolti, non vengo di persona a far riverentia à V.S. Ill.ma et visitare limine Beatorum Apostolorum Petri et Bauli come sono obligato. Però mando carta di procura al padre Giovan Domenico Ballotti canonico di S.ta Maria in Via Lata mio agente che satisfaccia al'uno et l'altro mio debito. Supplico V.S. Ill.ma a restar servita riceverlo in mia nome et sentirlo in quello gli referira che percuote lo stato di questa mia chiesa. Et conoscendo che in questo triennio habbia mancato in qualche cosa che concerne il servitio di queste anime, gli piacerà svisarmelo mediante la sua persona, che procurerò ponere in essecutione li suoi comandamenti per scarico della conscientia, et sua che mi ha pro posto a questo offitio, et mia.<lb/>
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Fratanto faccio profonda reverentia a V.S. Ill.ma et reverentemente li bacio le mani et pregoli da Dio longa vita nei santissimi miei sacrificii et maggiore essaltatione. Di Bitetto li 10 di marzo 1617.<lb/>
Fratanto faccio profonda reverentia a V.S.Ill/ma et reverentemente li bacio le mani et pregoli da Dio longa vita nei santissimi miei saorificii et maggiore essaltatione. Di Bitetto li 10 di marzo
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Di V.S. Ill.ma et Rev.ma<lb/>
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Humiliss.o et obligat.mo servitore et creatura<lb/>
Di V.S.Ill/ma et Rev/ma Humiliss/o et obligat/mo servitore et creatu^ Giulio Vescovo di Bitetto.
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Giulio Vescovo di Bitetto.<lb/>
Sig/r Cardinale Bellarmino.
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Sig.r Cardinale Bellarmino.
Si risponda che ho udito volentieri il Signor Gio.Domenico Bullotti, et non ho mancato dargli qualche piccolo sviso. Ma con buona licenza voglio ancora dare V.S.R/ma un'aviso, del quale mi pare che habbia di bisogno, et che lei non fa bene presentare cosi spesso mio fratello, massime havendo lei cosi poca entrata. Se alcuna cosa gl'avanza, dia sili poveri della sua discese,che questa limosina sar� accetta Dio. Intelligenti panca.
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Arch.Vatic. Gesuiti 16 fol.126-127. Orig.; minute autogr.
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Si risponda che ho udito volentieri il Signor Gio. Domenico Bullotti, et non ho mancato dargli qualche piccolo sviso. Ma con buona licenza voglio ancora dare à V.S. R.ma un'aviso, del quale mi pare che habbia di bisogno, et è che lei non fa bene à presentare cosi spesso mio fratello, massime havendo lei cosi poca entrata. Se alcuna cosa gl'avanza, dia sili poveri della sua discese, che questa limosina sarà accetta à Dio. Intelligenti pauca.

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Ill.mo et R.mo Sig.r mio padrone col.mo.
Impedito da legitimo impedimento della mia povertà, con che camino con l'universale di tutta questa provincia, per la sterilità che è corsa e corre nelli frutti delle olive et viltà di prezzi che si sono venduti et vendono li olii raccolti, non vengo di persona a far riverentia à V.S. Ill.ma et visitare limine Beatorum Apostolorum Petri et Bauli come sono obligato. Però mando carta di procura al padre Giovan Domenico Ballotti canonico di S.ta Maria in Via Lata mio agente che satisfaccia al'uno et l'altro mio debito. Supplico V.S. Ill.ma a restar servita riceverlo in mia nome et sentirlo in quello gli referira che percuote lo stato di questa mia chiesa. Et conoscendo che in questo triennio habbia mancato in qualche cosa che concerne il servitio di queste anime, gli piacerà svisarmelo mediante la sua persona, che procurerò ponere in essecutione li suoi comandamenti per scarico della conscientia, et sua che mi ha pro posto a questo offitio, et mia.
Fratanto faccio profonda reverentia a V.S. Ill.ma et reverentemente li bacio le mani et pregoli da Dio longa vita nei santissimi miei sacrificii et maggiore essaltatione. Di Bitetto li 10 di marzo 1617.
Di V.S. Ill.ma et Rev.ma
Humiliss.o et obligat.mo servitore et creatura
Giulio Vescovo di Bitetto.
Sig.r Cardinale Bellarmino.
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Si risponda che ho udito volentieri il Signor Gio. Domenico Bullotti, et non ho mancato dargli qualche piccolo sviso. Ma con buona licenza voglio ancora dare à V.S. R.ma un'aviso, del quale mi pare che habbia di bisogno, et è che lei non fa bene à presentare cosi spesso mio fratello, massime havendo lei cosi poca entrata. Se alcuna cosa gl'avanza, dia sili poveri della sua discese, che questa limosina sarà accetta à Dio. Intelligenti pauca.